Non ha ingerito sorbitolo ma nitrito di sodio, una sostanza altamente tossica. Così sarebbe morta Teresa Sunna la ventottenne deceduta sabato scorso dopo aver bevuto una sostanza, venduta su internet come sorbitolo, prima di sottoporsi al Breath test per verificare l'intolleranza al lattosio in un ambulatorio privato di Barletta. La stessa sostanza era stata somministrata dal medico ad altre due pazienti: la 62enne Addolorata Piazzola e la 32enne Anna Abbrescia. Tutte e due sono fuori pericolo: una perchè ha subito vomitato in quanto la sostanza era molto salata; l'altra perchè è stata condotta in tempo in ospedale dove le è stato somministrato un antidoto. È quanto emerge dall'autopsia e dall'esame tossicologico compiuti stasera a Bari.
L'esame tossicologico nei prossimi giorni dovrà confermare i sospetti degli inquirenti che ritengono che alle donne, anzichè l'innocuo sorbitolo (che è uno zucchero), sia stato dato del nitrito di sodio concentrato al 70%. Una sostanza tossica che uccide se è ingerita con dosi superiori a 1,5 grammi: alle pazienti invece - si apprende da fonti investigative - sono stati somministrati ben circa cinque grammi a testa. Ora il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, e il sostituto Michele Ruggiero, hanno avviato accertamenti per rintracciare tutti gli acquirenti che hanno ordinato tramite eBay confezioni da cinque chilogrammi di falso sorbitolo.
Ebay intanto ha sospeso le vendite online di sorbitolo in tutto il modo. Sulla vicenda è intervenuto il ministro della sanità, Renato Balduzzi, che ha sottolineato che sui prodotti contenenti sorbitolo «non ci sono le condizioni per un allarme sanitario generalizzato» e ha chiarito che la situazione «è attentamente sotto controllo». «Il vero problema, quello sul quale ci stiamo impegnando - spiega il procuratore Capristo - è di individuare se ci siano state attività di manomissione di questo sorbitolo». Il magistrato ha riferito che sono stati «attivati anche canali internazionali», perchè il sorbitolo è stato venduto via internet anche all'estero, soprattutto in Irlanda e nel Regno Unito dove potrebbe essere stato riconfezionato prima di essere rivenduto.
Per la morte di Teresa Sunna sono iscritti nel registro degli indagati i nomi di tre persone per cooperazione in omicidio colposo. Sono il medico che aveva in cura la paziente, Mario Donato Pappagallo, il titolare dello studio medico di Barletta in cui doveva essere fatto l'esame, Ruggiero Maria Spinazzola, ed Ettore Cicinelli, l'impiegato che materialmente ha acquistato tramite eBay il sorbitolo. Tutti e tre sono sotto choc e respingono le accuse. È sconvolta anche la famiglia della vittima. «Non riusciamo ancora a farcene una ragione, anche perchè è una morte assurda», spiega il fratello di Teresa Sunna. «Mia sorella - sottolinea - doveva laurearsi nella specialistica a dicembre, era andata a fare dei semplici test di intolleranza alimentare e invece è morta per questa sostanza che le hanno fatto ingerire».
Il ministro della sanità Balduzzi ha detto che la questione è «seria» e pone due tipi di problemi: il primo sono gli acquisti online di farmaci, da cui «sarebbe bene astenersi»; il secondo è quello della dispensazione dei farmaci in un circuito parallelo al Servizio sanitario nazionale. Proprio sulle vendite via internet l'Agenzia italiana del farmaco, citando l'ente statunitense LegitScript, il servizio di verifica e controllo delle farmacie on line, ha reso noto che solo l'1% delle 40.000 farmacie online censite sarebbe legale, ovvero controllato dalle autorità competenti. A questo proposito il presidente della commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, Ignazio Marino, ha ricordato che «tra il 2008 e il 2009 i Nas hanno sequestrato nel nostro paese più di un milione di confezioni di farmaci contraffatti distribuiti su internet. È un fenomeno grave - ha detto -: servono con grande urgenza regole che non debbono valere solo per l'Italia ma anche a livello europeo e internazionale».
FONTE: Il messaggero
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