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26 marzo, 2012

Diabete di tipo 2, chirurgia per ridurre obesità valida arma di terapia



Uno studio condotto da vari ricercatori mondiali (fra cui anche medici italiani) e pubblicato sulla prestigiosa rivista "New England Journal of Medicine" confermerebbe come la chirurgia bariatrica (cioè la chirurgia volta a risolvere e/o contrastare l'obesità) rappresenti una valida arma per il trattamento standard per il diabete di tipo 2. Lo studio, condotto anche da ricercatori del "Policlinico Gemelli" di Roma e del "Presbyterian Weill Cornell Medical Center" di New York, ha rilevato che, anche con una radicale diminuzione dei farmaci, i pazienti trattati chirurgicamente avevano una possibilità di remissione della malattia a distanza di due anni dall'intervento. "Anche se la chirurgia bariatrica è stata concepito inizialmente come trattamento per la perdita di peso, è ormai chiaro che la chirurgia e' un ottimo approccio per il trattamento del diabete e delle malattie metaboliche", dice l'autore senior Francesco Rubino, direttore del Diabetes Surgery Center e Metabolic a NewYork-Presbyterian/Weill Cornell. In questo studio, la maggior parte dei pazienti trattati chirurgicamente ha manifestato miglioramenti nei livelli di zucchero nel sangue, diminuzione del colesterolo totale e dei trigliceridi, e il miglioramento delle concentrazioni di colesterolo HDL.  Questo suggerisce che la chirurgia bariatrica possa affiancarsi alle terapie convenzionali (ma non ancora sostituirle! n.d.R) per il trattamento del diabete e possa essere una valida arma per ridurre il rischio cardiovascolare di un paziente diabetico senile. "La capacità unica di un intervento chirurgico (nota: qualora e nel caso sia una strada percorribile cioè sia possibile eseguirlo senza rischi o sviluppo certo di complicanze per il paziente n.d.R) per migliorare i livelli di zucchero nel sangue e livelli di colesterolo così come la riduzione del peso lo rende un approccio possibile per i pazienti obesi con diabete di tipo 2", dice un'altra ricercatrice, Geltrude Mingrone, capo della Divisione di obesità e malattie metaboliche e professore di medicina presso l'Università Cattolica di Roma. Si stima che il 8,3 per cento della popolazione mondiale soffra di diabete di tipo 2, secondo l'organizzazione Mondiale della Sanita', e questo numero e' destinato ad aumentare fino al 9,9 per cento entro il 2030. Per di piu' ben il 23 per cento dei pazienti affetti da obesità patologica ha anche il diabete di tipo 2. Tuttavia meno del 2 per cento dei pazienti elegibili al trattamento chirurgico viene effettivamente operato, riservando tale tecnica per i pazienti soffrenti di un sovrappeso molto patologico.

Fonte: Agi Salute

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