Novantamila candidati per poco più di 10 mila posti: parte la lotteria
dei test di ammissione all'università. Ed è record di pretendenti al
camice bianco. Domani mattina, in tutti gli atenei italiani si
svolgeranno le prove di ammissione alla facoltà di Medicina e chirurgia
che, quest'anno, varranno anche per l'ammissione alla facoltà di
Odontoiatria. Secondo i dati forniti dal Cun (il Consiglio universitario
nazionale), quest'anno gli aspiranti medici e odontoiatri sono poco
meno di 90 mila. Nel 2009/2010, le prove di ammissione alle due facoltà
di sono svolte in giorni diversi e furono 92 mila le domande presentate,
ma poi si sedettero a svolgere le prove in 78 mila: parecchi avevano
presentato domanda per tutte due le facoltà.
Gli studenti che
intendono intraprendere la professione di medico o di odontoiatra
saranno chiamati a svolgere un questionario di 80 domande a risposta
multipla, con qualche novità rispetto all'anno scorso. "Questo anno -
dichiara Andrea lenzi, presidente del Cun - i quiz di ammissione
cambiano: gli 80 quesiti a risposta multipla contengono meno domande di
tipo nozionistico e più quiz di logica, di risoluzione dei problemi e di
comprensione di test. I quesiti di tipo scientifico fanno inoltre
riferimento in modo più guidato a programmi dedotti da quelli delle
scuole secondarie".
I posti a disposizione sono 9.501 per
iscriversi a Medicina e 860 per i futuri dentisti. Un numero che il Cun
considera insufficiente. "Abbiamo
bisogno in media, di 9 mila nuovi medici ogni anno. Da dieci
anni - spiega Lenzi - gli immatricolati ai corsi di laurea in
medicina sono, in media, 7 mila e 500 e arrivano alla laurea in 6 mila e
500, ovvero circa l'85 per cento. Oggi il numero dei medici supera
ancora la media dei paesi Ocse ma a breve la situazione potrebbe
cambiare ed è necessario aumentare le immatricolazioni". Lo spauracchio
che, in assenza di medici a disposizione, il mercato venga saturato dai
camici bianchi stranieri è più che concreto.
"Con i circa 9 mila
immatricolati di questa tornata - continua il presidente del Cun -
possiamo prevedere, nel 2017, circa 8 mila laureati. L'università
italiana ha il potenziale formativo in grado di accogliere 11 mila
immatricolati che garantirebbero 10 mila nuovi medici all'anno che
sarebbero necessari per essere a regime entro il 2018". Ma tra il
diploma di maturità e l'accesso a Medicina c'è di mezzo il test, che
alcuni considerano una lotteria. E dall'indagine condotta dal Cun sugli
ammessi degli anni precedenti si scopre che sono favoriti coloro che
hanno una buona preparazione in ambito umanistico. La preparazione nelle
discipline scientifiche risulta invece carente.
Quaranta degli
80 quiz che si troveranno di fronte domani i 90 mila candidati saranno
di cultura generale e ragionamento logico, 18 di biologia, 11 di chimica
e 11 di fisica e matematica. "Le prove di selezione a quiz commenta
Lenzi - hanno il vantaggio fondamentale della prova unica nazionale
che premia il merito e si svolge in assoluta trasparenza. Ma non sono
sufficienti, le prove vanno riformate. E' auspicabile inserire delle
varianti nella selezione, migliorando il peso del curriculum degli studi
precedente. Inoltre è ora di dedicarsi ad un aspetto fino ad oggi
trascurato ma fondamentale per le scelte professionali dei giovani:
rafforzare l'orientamento pre-universitario".
E gli studenti
dell'Udu esortano i colleghi a "non perdere la testa" e ad "affrontare
il test in sicurezza". Si tratta della campagna lanciata dall'Unione
degli universitari per evitare i trucchi dei soliti furbetti. Attraverso
un vademecum viene "spiegato l'iter che deve avvenire in aula durante
l'esame, per evitare eventuali irregolarità lungo lo svolgimento". Sin
dal primo giorno dei test, in più di 30 città italiane, da Brescia a
Catania, ci sarà la distribuzione dei moduli e del vademecum da parte
dei ragazzi dell'Udu che "esprime forte contrarietà al numero chiuso e
all'utilizzo dei test d'ingresso".
"Non solo perché - spiegano
gli studenti - questi ultimi non rispondono ai criteri di scelta
meritocratica cosi tanto decantata dal ministro Gelmini (basta vedere
determinate domande banali dei test) ma anche perché sono indice di un
altro tentativo del governo di non investire sul mondo del sapere,
riducendo il numero degli studenti invece di adeguare e migliorare le
strutture universitarie". Martedì 6 settembre si proseguirà con i test
di ammissione a Veterinaria e il giorno dopo con quelli per l'accesso ad
Architettura. Per le cosiddette Professioni sanitarie (infermiere,
ostetrica, ecc.) i test si svolgeranno l'8 settembre e il 9 sarà la
volta di medicina in lingua inglese, che non richiede più la
certificazione di conoscenza della lingua.
AUTORE: Salvo Intravaia
FONTE: Repubblica.it
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