Due medici avrebbero litigato furiosamente in sala parto al Policlinico di Messina mentre una donna era in attesa di dare alla luce il suo primo figlio: dopo il parto madre e bebè sono finiti in prognosi riservata. La donna giovedì doveva entrare in sala parto, con lei il ginecologo che l'ha seguita durante la gravidanza. Secondo quanto ricostruito dal marito, all'improvviso sarebbe scoppiata una lite tra due medici che, per cause da chiarire, dalle parole sarebbero passati alle mani.
È successo al Policlinico di Messina dove il diverbio tra due ginecologi, mentre la paziente era sul lettino per partorire, avrebbe ritardato l'intervento sanitario con la conseguenza che la puerpera, 30 anni, adesso è in gravi condizioni, insieme al proprio bambino che avrebbe subito due arresti cardiaci e danni cerebrali.
Il fatto è accaduto giovedì scorso quando la donna è entrata nel reparto dove avrebbe dovuto partorire in modo naturale. In base alla ricostruzione fatta ai carabinieri dal marito, i due medici-ginecologi avrebbero cominciato a litigare per gelosie professionali durante il parto. Dopo uno scambio di frasi ingiuriose, la lite è sfociata in uno scontro fisico, uno dei due avrebbe preso il collega per il collo, sbattendolo al muro. L'altro ginecologo avrebbe reagito dando un pugno a una vetrata, andata in frantumi, e riportando ferite alla mano.
Sempre secondo quanto sostenuto dal marito, mentre i due litigavano la donna avrebbe avuto delle complicazioni. I sanitari a quel punto avrebbero deciso di operare con taglio cesareo, ma il bambino, durante, l'intervento ha subito arresti cardiaci. Dopo il parto la paziente ha avuto una emorragia ed è stata nuovamente operata: i medici le hanno asportato l'utero. Il bimbo è ricoverato nel reparto di terapia intensiva; entrambi sono in prognosi riservata, anche se le condizioni della donna sarebbero in miglioramento.
"I medici dicono che è avvenuto tutto per cause naturali, ma il tracciato era perfetto e prima della lite mia moglie stava bene" sostiene il marito, Matteo Molonia, 37enne di Messina. "Adesso voglio che venga fatta giustizia - dice all'AdnKronos - mia moglie ha avuto una emorragia perché i due medici hanno tardato l'intervento litigando. Successivamente le hanno dovuto asportare l'utero e ora è ricoverata in prognosi riservata. Mio figlio ha avuto due arresti cardiaci e ora è in coma farmacologico". Il marito della paziente ha presentato una denuncia ai carabinieri e la Procura ha già aperto un'inchiesta. I medici sono stati sospesi, anche se il direttore del reparto di ostetricia e ginecologia del policlinico esclude un nesso tra quanto accaduto e le condizioni della paziente e del neonato. Il sostituto procuratore di Messina, Francesca Rende, sta ascoltando il personale del policlinico per ricostruire i fatti. Intanto i due medici sono stati sospesi, come ha spiegato il professor Domenico Granese, direttore dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia del Policlinico di Messina, che si è detto "rammaricato" per quanto è accaduto. "Ho inviato una lettera alla direzione sanitaria - dichiara Granese - per comunicare la sospensione dei medici che torneranno al lavoro solo quando la direzione lo riterrà opportuno". "Quello che hanno fatto è grave - ha aggiunto - ma ci tengo a precisare che la donna è stata male non per la lite o per un eventuale ritardo negli interventi da parte dei medici. Tutto si è svolto regolarmente - assicura il direttore del reparto di ginecologia - l'intervento dei sanitari visto le complicazioni della donna è stato tempestivo. Non c'è alcun rapporto tra la lite e le complicazioni della donna che sono sorte a prescindere da quello che è accaduto".
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