Dopo un'attesa durata un'estate, finalmente pubblicato il bando di concorso per le Scuole di Specializzazione di medicina. I pdf del bando sono consultabili sul sito del MIUR (clicca qui), oppure sulla pagina facebook del sito (Sentieri della Medicina).
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AFORISMA DEL GIORNO
30 settembre, 2017
21 settembre, 2017
Test di ingresso Medicina 2017, punteggio record a Milano ma si abbassa la "media" in tutta Italia
Il futuro medico più bravo d’Italia è di Milano. O forse semplicemente desidera studiare a Milano. È suo, in ogni caso - codice «15MP77UR7I3ANCG» - il punteggio più alto totalizzato al test d’ingresso di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria del 5 settembre. Ha preso 88,5. Ha sbagliato una sola domanda (è 1 punto e mezzo sotto il massimo). Ha fatto il test all’Università degli Studi di Milano. Il (per ora) misterioso studente ha messo a segno il massimo dei punti - 30 - nelle domande di «ragionamento logico»; 1,5 (su tre, ecco il suo unico errore) in quelle di cultura generale; il massimo nelle altre: Biologia, Chimica, Matematica e Fisica.
Si mette alle spalle quattro ex aequo: 88,1, distribuiti tra Padova e Udine. E poi Bologna, Siena, Padova... Sui siti «paralleli» che han fatto a gara per pubblicare la graduatoria nazionale, sono comparsi martedì a metà giornata i punteggi, pubblicati in forma anonima, con il posizionamento e l’università di provenienza. Nulla di definitivo, per ora, in quanto non si conoscono le scelte di ogni concorrente. Ma a due settimane dalla prova d’ingresso, ecco dunque i responsi. Per qualcuno netti e chiari: soprattutto per i candidati con i punteggi più alti, che sono oggi sicuri di potersi immatricolare nell’università dei loro sogni. Quelli, almeno, che hanno memorizzato il codice alfanumerico ricevuto il giorno del test, con cui hanno potuto accedere a Universitaly.it, il portale che pubblica i punteggi, nell’area riservata ai candidati, nel rispetto delle norme per la protezione dei dati personali.
Chi non ha il codice, o non è sicuro del «valore» della propria posizione in classifica, dovrà aspettare la pubblicazione del compito, con i risultati nominali, sempre online su Universitaly, a partire dal 29 settembre 2017. Per la graduatoria nazionale di merito nominativa e per conoscere il punteggio minimo per entrare a medicina, bisognerà aspettare il 3 ottobre. Nel 2016, alla pubblicazione della graduatoria del test, l’ultimo candidato in posizione utile per ottenere un posto aveva ottenuto poco più di 63 punti. Nel 2015 invece sono bastati poco più di 30 punti.
A sostenere la prova, il 5 settembre, sono stati 60.038 aspiranti matricole, su 66.907 domande pervenute. Gli idonei, quelli che hanno totalizzato i 20 punti minimi necessari per concorrere alla graduatoria nazionale e alla distribuzione dei posti disponibili, sono quest’anno 52.389, l’87,26% del totale. Secondo Skuola.net, quella di quest’anno è in generale una buona performance, ma nel 2016 superare la soglia fu più facile visto che ci riuscì il 94% delle aspiranti matricole.
I candidati hanno dovuto rispondere a 60 quesiti in 100 minuti. Il punteggio medio nazionale registrato fra coloro che sono risultati idonei è di 44,68 (e l’anno scorso era 48,36). Il punteggio medio più alto a livello di ateneo è di 49,81 a Pavia. La percentuale di idonei più alta (93,61%) si è registrata a Padova. Il punteggio più alto, come abbiamo detto, è stato conseguito a Milano, ma nel 2016 ben nove ragazzi ottennero il punteggio pieno di 90. Un altro dato comunicato dal Miur riguarda la concentrazione di «bravi»: i primi 100 sono concentrati in 26 atenei; e le università che hanno avuto più candidati tra i primi 100 sono a Bologna (19), Padova (17) e Milano (15).
Per essere considerati idonei e giocarsi la partita c’è un punteggio minimo stabilito dal Miur nel decreto per il test d’ingresso 2017: è necessario totalizzare almeno 20 punti. Ogni università, poi, a seconda del numero di posti disponibili e di candidati, ha il proprio punteggio: nel 2016, l’ultimo candidato in posizione utile a Milano Bicocca ha raggiunto 75.6 punti. A Catanzaro, 63.3 punti. Solo il 3 ottobre però ogni candidato saprà se è stato assegnato alla propria sede preferita, se risulta prenotato o «in attesa». Attesa che potrebbe essere lunga, nella speranza che gli scorrimenti di graduatoria liberino il posto sperato. Di sicuro, il punteggio minimo per entrare sarà leggermente più basso di quello dello scorso anno (che si assestava intorno ai 63 punti): sul web si parla già di un punteggio intorno a 60.
AUTRICE: Antonella De Gregorio
FONTE: Corriere della Sera
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Si mette alle spalle quattro ex aequo: 88,1, distribuiti tra Padova e Udine. E poi Bologna, Siena, Padova... Sui siti «paralleli» che han fatto a gara per pubblicare la graduatoria nazionale, sono comparsi martedì a metà giornata i punteggi, pubblicati in forma anonima, con il posizionamento e l’università di provenienza. Nulla di definitivo, per ora, in quanto non si conoscono le scelte di ogni concorrente. Ma a due settimane dalla prova d’ingresso, ecco dunque i responsi. Per qualcuno netti e chiari: soprattutto per i candidati con i punteggi più alti, che sono oggi sicuri di potersi immatricolare nell’università dei loro sogni. Quelli, almeno, che hanno memorizzato il codice alfanumerico ricevuto il giorno del test, con cui hanno potuto accedere a Universitaly.it, il portale che pubblica i punteggi, nell’area riservata ai candidati, nel rispetto delle norme per la protezione dei dati personali.
Chi non ha il codice, o non è sicuro del «valore» della propria posizione in classifica, dovrà aspettare la pubblicazione del compito, con i risultati nominali, sempre online su Universitaly, a partire dal 29 settembre 2017. Per la graduatoria nazionale di merito nominativa e per conoscere il punteggio minimo per entrare a medicina, bisognerà aspettare il 3 ottobre. Nel 2016, alla pubblicazione della graduatoria del test, l’ultimo candidato in posizione utile per ottenere un posto aveva ottenuto poco più di 63 punti. Nel 2015 invece sono bastati poco più di 30 punti.
A sostenere la prova, il 5 settembre, sono stati 60.038 aspiranti matricole, su 66.907 domande pervenute. Gli idonei, quelli che hanno totalizzato i 20 punti minimi necessari per concorrere alla graduatoria nazionale e alla distribuzione dei posti disponibili, sono quest’anno 52.389, l’87,26% del totale. Secondo Skuola.net, quella di quest’anno è in generale una buona performance, ma nel 2016 superare la soglia fu più facile visto che ci riuscì il 94% delle aspiranti matricole.
I candidati hanno dovuto rispondere a 60 quesiti in 100 minuti. Il punteggio medio nazionale registrato fra coloro che sono risultati idonei è di 44,68 (e l’anno scorso era 48,36). Il punteggio medio più alto a livello di ateneo è di 49,81 a Pavia. La percentuale di idonei più alta (93,61%) si è registrata a Padova. Il punteggio più alto, come abbiamo detto, è stato conseguito a Milano, ma nel 2016 ben nove ragazzi ottennero il punteggio pieno di 90. Un altro dato comunicato dal Miur riguarda la concentrazione di «bravi»: i primi 100 sono concentrati in 26 atenei; e le università che hanno avuto più candidati tra i primi 100 sono a Bologna (19), Padova (17) e Milano (15).
Per essere considerati idonei e giocarsi la partita c’è un punteggio minimo stabilito dal Miur nel decreto per il test d’ingresso 2017: è necessario totalizzare almeno 20 punti. Ogni università, poi, a seconda del numero di posti disponibili e di candidati, ha il proprio punteggio: nel 2016, l’ultimo candidato in posizione utile a Milano Bicocca ha raggiunto 75.6 punti. A Catanzaro, 63.3 punti. Solo il 3 ottobre però ogni candidato saprà se è stato assegnato alla propria sede preferita, se risulta prenotato o «in attesa». Attesa che potrebbe essere lunga, nella speranza che gli scorrimenti di graduatoria liberino il posto sperato. Di sicuro, il punteggio minimo per entrare sarà leggermente più basso di quello dello scorso anno (che si assestava intorno ai 63 punti): sul web si parla già di un punteggio intorno a 60.
AUTRICE: Antonella De Gregorio
FONTE: Corriere della Sera
06 settembre, 2017
SSM 2017: pubblicato il regolamento, alcune novità (che sanno di beffa) ...
Tanto rumore per nulla o quasi, e quel "quasi" è
un netto peggioramento che ridurrà ulteriormente i posti di lavoro disponibili
per i giovani medici al fine di far risparmiare ulteriormente lo Stato. E' in
sintesi questo il riassunto del regolamento pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, dopo quattro mesi di
ritardo, dal Miur, che risponde così alle proteste di piazza con un
regolamento che apporta pochissime novità e che sa francamente di
"beffa". Oltre il danno dell'evidente ritardo, con un concorso
slittato di quattro mesi (da Luglio a Novembre), appunto la “beffa” di non aver
accolto quasi nessuna delle richieste avanzate dai vari gruppi più o meno
ufficiali di rappresentanti dei neolaureati, gruppi che per mesi hanno infiammato
Facebook con pagine di discussioni su proposte e dossier. Sindacati e
movimenti online vari, quelli dei medici neolaureati, che escono nettamente sconfitti.
Riassumendo in pochi punti alcune delle novità:
1) La prova scritta sarà svolta in un unico giorno per via
telematica, prevederà la soluzione di 140 quesiti a risposta multipla, ciascuno
con cinque (e non più quattro) possibili risposte su argomenti sia di clinica
che di preclinica, con maggiore peso dedicato all'ambito terapeutico ed
epidemiologico (unici due termini aggiunti rispetto al regolamento dello scorso
anno). Completamente ignorata, quindi, la richiesta di eliminare i controversi
e mnemonici quesiti di preclinica dal quiz, in compenso la selezione dovrebbe
essere ancora più “dura”, con un aumento delle difficoltà dei quesiti proposti.
2) Nessuna bibliografia indicata, come già anticipato dal Ministero, "per
paura di possibili ricorsi dei candidati": molto meglio lasciare i giovani
laureati in balia delle scuole private di preparazione, che già finanziano alcuni
gruppi di rappresentanza dei neolaureati. Nessuna informazione sul tempo a disposizione per espletare la
prova, ulteriore importantissimo criterio di selezione e che non è stato
neppure accennato.
3) Nonostante il parere favorevole del Ministero che vedeva
in tale scelta un “risparmio economico” e al netto di eventuali modifiche nel Bando, il concorso NON sarà sostenuto nelle
sedi con distribuzione su base "macro-regionale" ma permane la
distribuzione "locale". Il regolamento parla di prove svolte "a
livello locale, con competenza alle istituzioni universitarie presenti sul
territorio".
4) Altresì bocciata la proposta, avanzata a
maggio da diversi gruppi di medici, di ridimensionare fortemente il peso del curriculum del
percorso universitario. Sebbene nel regolamento non vengono più indicati gli esami fondamentali caratterizzanti per tipologia di Scuola, ma rimane il curriculum generale. Saranno attribuiti fino ad un massimo di 7 punti bonus,
fino a 2 punti per il voto di laurea (2 per il 110 con lode, 1,5 per il 110, 1
punto per il voto da 108 o 109, 0,5 punti per il voto da 105), fino a 3 punti
per la famigerata “media ponderata” di tutti gli esami del proprio corso di
laurea, fino a 0,5 punti per la tesi sperimentale, fino a ben 1,5 punti per
eventuali titoli di dottorato di ricerca (norma a vantaggio degli studenti già specializzati, dato quanto sia raro che i neolaureati possano poi accedere a dottorati in area sanitaria). A parità di punteggio, sarà usata come discriminante l'età
anagrafica con precedenza per i laureati più giovani, aprendo la strada a
ulteriori ricorsi.
5) La graduatoria sarà su base nazionale, ma la selezione
delle scelte sarà successiva alla pubblicazione della stessa, con tre preferenze (anche della stessa area) esprimibili in un intervallo brevissimo di tempo, pena decadenza dalla graduatoria e "ban" di un anno da ulteriori concorsi. Qui entra in gioco un sistema di selezione abbastanza confuso, infatti nel peggiore dei casi prospettati il candidato potrebbe esprimere preferenza per tre discipline della stessa
area senza sapere nulla riguardo il punteggio generale per quella disciplina, quindi essere preceduto da altri e rimanere fuori nonostante un
ottimo punteggio su base generale. Questa parte dovrà essere assolutamente chiarita in modo più esplicito dal Bando, perchè rappresenta un netto passo indietro rispetto ai criteri di selezione degli anni precedenti.
6) Al fine di accelerare la "presa di servizio" entro
fine 2017, scompaiono gli scorrimenti, dunque se un candidato "avente
diritto" decide di rinunciare, le borse NON saranno riassegnate, ma
andranno a finanziare la quota di fondi per le borse degli anni successivi. Una
beffa, considerando anche che i posti perduti negli anni precedenti NON sono
mai stati recuperati e che i posti di quest'anno non saranno aumentati.
7) Sparisce la possibilità da parte del medico
specializzando di poter svolgere guardia medica e sostituzioni di medici di
base. Lo specializzando dovrà sostentarsi, probabilmente in una città non di
propria residenza, con il solo stipendio di specializzando, e al netto dei
costi necessari allo svolgimento del proprio lavoro.
Il prossimo passo atteso sarà l’uscita del bando e dunque la
possibilità di iscriversi, con lo svolgimento che a questo punto dovrebbe
attestarsi in una data ipoteticamente collocabile intorno alla prima metà di novembre, sperando che i tempi siano rispettati in quel che sembra
sempre di più un gioco al massacro.
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