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AFORISMA DEL GIORNO

23 luglio, 2016

Dramma Messina, di nuovo senz'acqua e sommersa dai rifiuti, rischio emergenza sanitaria

Torna l'emergenza siccità in riva allo Stretto. All'alba di questa mattina a Calatabiano un incendio ha distrutto le tubature flessibili di emergenza che costituivano il "bypass" dell'acquedotto che permette l'approvvigionamento idrico da Fiumefreddo, estrema periferia della provincia, all'acquedotto della città di Messina. L'AMAM ha sospeso dalle 9 di stamattina l'erogazione al fine di preservare le residue risorse idriche e la città è dunque di nuovo a secco. Secondo quanto riferito dai siti messinesi, questo è il terzo tentativo attuato da parte di ignoti criminali al fine di danneggiare la condotta, infatti già due giorni fa si era sviluppato un vasto incendio nelle aree adiacenti al bypass e la compromissione delle tubature fu scongiurata grazie all'intervento tempestivo dei Canadair. Ignote le motivazioni del gesto doloso. Erano da tempo già stati previsti degli interventi di manutenzione sulle condotte con una sospensione programmata (e a questo punto probabilmente anticipata) dell'erogazione. Lasciare la città "a secco" per giorni e in piena estate, con 30° gradi temperatura, potrebbe rappresentare un grave rischio per tutte le fasce più sensibili della popolazione, e sicuramente le numerosi autobotti mobilitate e che verranno, fra poco, prese d'assalto, potrebbero non essere sufficienti.

A distanza di quasi 9 mesi dall'ultima emergenza idrica, ben poco si è fatto per risolvere in modo definitivo il problema. Le condutture del secondo sistema idrico (n.d.R. res privata e non pubblica), che trasporta l'acqua dall'Alcantara, continuano stranamente a non funzionare o a funzionare con flussi minimi (200 litri), con promesse di inizio di lavori di riparazione rinviate di mese in mese. Il vecchio sistema in tubi rigidi è costantemente minacciato da frane ripetute, ed è di fatto un colabrodo, con interventi che erano stati programmati già in piena estate. Il sistema di bypass con tubi in plastica e "a cielo aperto" era il punto più vulnerabile, e abbiamo già detto dell'incendio che ha distrutto circa 150 metri di condotto.

Tale emergenza aggrava ulteriormente un quadro già cronicamente angariato dall'emergenza rifiuti: da settimane in tutta la città e soprattutto nelle periferie fanno capolino cumuli di spazzatura non raccolta, frutto delle problematiche politiche e organizzative sul conferimento dei rifiuti, in una sorta di cronica "guerra" che vede il governatore della Regione Crocetta e il sindaco di Messina Accorinti da tempo impegnati in un valzer di supercazzòle scappellate e isterismi vari. A questo si unisce l'assurda scelta di costruire un impianto di trattamento dei rifiuti a Pace (a pochi chilometri da centri residenziali, progetto prima bloccato per ovvie ragioni ambientali e poi stranamente sbloccato da una sentenza del TAR) e la quasi totale assenza di una politica di raccolta differenziata a domicilio nell'attuale territorio urbano messinese, uno dei tanti fallimenti dell'attuale politica messinese, in un Comune che è da 3 anni di fatto in "default" e di fatto commissariato dalla Corte dei Conti, con bilanci da tempo non presentati o non approvati.

Ovviamente la siccità e la spazzatura sono una combinazione adatta a favorire il proliferare di blatte, zanzare e topi, questi ultimi addirittura infestanti il più importante parco giochi per bambini della città (nel link il video), e questo potrebbe porre un serio rischio per la salute dei cittadini, e potrebbe spingere irresponsabili a bruciare la spazzatura in loco (altra frequente e nefasta abitudine messinese), con ulteriori gravi rischi per i fumi tossici generati dalla combustioni di materiali in plastica e per il creare incendi in una città già in emergenza idrica.

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