Ebola fa sempre più paura: ”Avanza più velocemente degli sforzi per controllarlo”. L’allarme è stato lanciato dalla direttrice dell’Organizzazione mondiale della sanità, Margareth Chan, ha messo in guardia contro le “conseguenze catastrofiche” della diffusione del virus e del rischio di propagazionead altri Paesi sottolineando che le forze ‘schierate’ in campo a livello di singoli Paesi e internazionale sono “tristemente inadeguate”. Le dichiarazioni della direttrice dell’Oms sono state fatte nel corso di un summit regionale sull’epidemia a Conakry (Guinea). “Questo incontro – ha aggiunto – segna una svolta nella lotta contro l’epidemia”. Una riunione del Comitato per le emergenze è stata convocata per il 6 e 7 agosto con l’obiettivo di accertare se l’epidemia in corso in Africa occidentale costituisce un’’emergenza di salute pubblica di preoccupazione internazionale’ e, nel caso, emanare una serie di misure temporanee.
I presidenti delle tre nazioni colpite dall’epidemia non saranno presenti al summit dei leader africani a Washington, l’Unione africana (Ua) in Somalia ha cancellato l’arrivo di un nuovo battaglione militare dalla Sierra Leone. Intanto è scontro in Gran Bretagna dopo che il segretario generale del sindacato per i dipendenti del servizio immigrazione, Lucy Moreton, ha dichiarato alla Bbc che le dogane del Regno Unito non sono pronte per fronteggiare un’emergenza sanitaria causata dal virus. Negli Usa infine si è deciso di aumentare i controlli all’aeroporto Jfk di New York e in altri aeroporti con scali internazionali. I pazienti con eventuali sintomi del virus verranno subito messi in quarantena. La Farnesina sconsiglia “i viaggi non necessari in Liberia e in Sierra Leone” e segnala anche che in Liberia e in Sierra Leone “non è presente una Rappresentanza diplomatico-consolare italiana e, pertanto, l’Ambasciata d’Italia ad Abidjan (competente per la Sierra Leone) non potrà garantire ai connazionali una piena assistenza consolare“. ”Ebola non rappresenta un rischio” ribadisce il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Obama dichiara: “Aumenteremo i controlli sui leader africani che verranno al summit a Washington”. Saranno prese “precauzioni” per l’incontro Usa-Africa che si terrà la prossima settimana alla Casa Bianca. Il presidente americano Barack Obama ha detto che in “via precauzionale saranno aumentati i controlli sui leader africani” che arriveranno a Washington per il summit. Non parteciperanno, invece, i presidenti delle tre nazioni colpite dall’epidemia, Liberia, Guinea e Sierra Leone. La Casa Bianca fa sapere, comunque, che la crisi sanitaria non influenzerà il vertice di tre giorni. “Noi certamente comprendiamo la decisione dei leader africani di non partecipare vista la situazione di emergenza nei loro Paesi” dice il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest. I presidenti di Liberia e Sierra Leone hanno già annunciato la loro assenza. Si attende ora una conferma del presidente della Guinea Alpha Condé. Rispetto all’epidemia, Obama ha detto che “deve essere presa molto seriamente” anche se “non si tratta di una malattia facilmente trasmissibile”.
L’Unione africana (Ua) in Somalia ha cancellato l’arrivo di un nuovo battaglione militare dalla Sierra Leone a causa dell’epidemia di Ebola che ha colpito lo Stato dell’Africa occidentale. Il portavoce militare della missione dell’Ua, Ali Aden Houmed, ha spiegato ad Associated Press che la decisione è stata presa nel tentativo di evitare che il virus arrivi in Somalia. La Sierra Leone è una delle cinque nazioni che invia un gran numero di truppe in Somalia per proteggere il governo e combattere i militanti di al-Shabab.
I due volontari americani infettati in Liberia saranno evacuati con un volo charter appena partito da Cartersville in Georgia. Secondo la Cnn, che cita una fonte anonima, non si sa quando i due americani – il dottor Kent Brantly e l’operatrice Nancy Writebol – arriveranno negli Usa. Uno dei due sarà trasportato all’ospedale Emory University, vicino al quartier generale del Centro per il controllo e prevenzione delle malattie ad Atlanta. Brantly è stato protagonista di un gesto di generosità offrendo l’unica dose di siero sperimentale nei confronti della collega.
Il National Institute of Health americano, che sta lavorando da anni su diverse versioni del vaccino, ha dichiarato che a settembre negli Usa inizieranno i primi test sull’uomo di un vaccino contro il virus. L’agenzia federale ha ottenuto buoni risultati sui primati, l’ultimo step prima dei test sull’uomo. “Stiamo lavorando con l’Fda per avviare la prima fase dei trial il più presto possibile – spiega Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) -. I primi risultati potrebbero arrivare già all’inizio del prossimo anno”. In questi giorni diversi ricercatori hanno chiesto di sperimentare almeno sugli operatori sanitari attivi nelle zone colpite le terapie e i vaccini allo studio. La prima fase dei test clinici prevede la somministrazione a persone sane per verificare la presenza di effetti collaterali gravi, e in caso non ve ne siano si passa alla seconda fase in cui si testa l’efficacia.
Dall’inizio dell’epidemia di Ebola in atto, lo scorso dicembre, in Africa occidentale ci sono stati 1323 casi censiti e 726 morti, dei quali 57 negli ultimi giorni.
FONTE: Il Fatto Quotidiano
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I presidenti delle tre nazioni colpite dall’epidemia non saranno presenti al summit dei leader africani a Washington, l’Unione africana (Ua) in Somalia ha cancellato l’arrivo di un nuovo battaglione militare dalla Sierra Leone. Intanto è scontro in Gran Bretagna dopo che il segretario generale del sindacato per i dipendenti del servizio immigrazione, Lucy Moreton, ha dichiarato alla Bbc che le dogane del Regno Unito non sono pronte per fronteggiare un’emergenza sanitaria causata dal virus. Negli Usa infine si è deciso di aumentare i controlli all’aeroporto Jfk di New York e in altri aeroporti con scali internazionali. I pazienti con eventuali sintomi del virus verranno subito messi in quarantena. La Farnesina sconsiglia “i viaggi non necessari in Liberia e in Sierra Leone” e segnala anche che in Liberia e in Sierra Leone “non è presente una Rappresentanza diplomatico-consolare italiana e, pertanto, l’Ambasciata d’Italia ad Abidjan (competente per la Sierra Leone) non potrà garantire ai connazionali una piena assistenza consolare“. ”Ebola non rappresenta un rischio” ribadisce il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Obama dichiara: “Aumenteremo i controlli sui leader africani che verranno al summit a Washington”. Saranno prese “precauzioni” per l’incontro Usa-Africa che si terrà la prossima settimana alla Casa Bianca. Il presidente americano Barack Obama ha detto che in “via precauzionale saranno aumentati i controlli sui leader africani” che arriveranno a Washington per il summit. Non parteciperanno, invece, i presidenti delle tre nazioni colpite dall’epidemia, Liberia, Guinea e Sierra Leone. La Casa Bianca fa sapere, comunque, che la crisi sanitaria non influenzerà il vertice di tre giorni. “Noi certamente comprendiamo la decisione dei leader africani di non partecipare vista la situazione di emergenza nei loro Paesi” dice il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest. I presidenti di Liberia e Sierra Leone hanno già annunciato la loro assenza. Si attende ora una conferma del presidente della Guinea Alpha Condé. Rispetto all’epidemia, Obama ha detto che “deve essere presa molto seriamente” anche se “non si tratta di una malattia facilmente trasmissibile”.
L’Unione africana (Ua) in Somalia ha cancellato l’arrivo di un nuovo battaglione militare dalla Sierra Leone a causa dell’epidemia di Ebola che ha colpito lo Stato dell’Africa occidentale. Il portavoce militare della missione dell’Ua, Ali Aden Houmed, ha spiegato ad Associated Press che la decisione è stata presa nel tentativo di evitare che il virus arrivi in Somalia. La Sierra Leone è una delle cinque nazioni che invia un gran numero di truppe in Somalia per proteggere il governo e combattere i militanti di al-Shabab.
I due volontari americani infettati in Liberia saranno evacuati con un volo charter appena partito da Cartersville in Georgia. Secondo la Cnn, che cita una fonte anonima, non si sa quando i due americani – il dottor Kent Brantly e l’operatrice Nancy Writebol – arriveranno negli Usa. Uno dei due sarà trasportato all’ospedale Emory University, vicino al quartier generale del Centro per il controllo e prevenzione delle malattie ad Atlanta. Brantly è stato protagonista di un gesto di generosità offrendo l’unica dose di siero sperimentale nei confronti della collega.
Il National Institute of Health americano, che sta lavorando da anni su diverse versioni del vaccino, ha dichiarato che a settembre negli Usa inizieranno i primi test sull’uomo di un vaccino contro il virus. L’agenzia federale ha ottenuto buoni risultati sui primati, l’ultimo step prima dei test sull’uomo. “Stiamo lavorando con l’Fda per avviare la prima fase dei trial il più presto possibile – spiega Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) -. I primi risultati potrebbero arrivare già all’inizio del prossimo anno”. In questi giorni diversi ricercatori hanno chiesto di sperimentare almeno sugli operatori sanitari attivi nelle zone colpite le terapie e i vaccini allo studio. La prima fase dei test clinici prevede la somministrazione a persone sane per verificare la presenza di effetti collaterali gravi, e in caso non ve ne siano si passa alla seconda fase in cui si testa l’efficacia.
Dall’inizio dell’epidemia di Ebola in atto, lo scorso dicembre, in Africa occidentale ci sono stati 1323 casi censiti e 726 morti, dei quali 57 negli ultimi giorni.
FONTE: Il Fatto Quotidiano