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AFORISMA DEL GIORNO

18 maggio, 2018

FederFarma: in calo la spesa farmaceutica, boom dei farmaci generici

I dati FederFarma sulle categorie terapeutiche più prescritte nel 2017

Ammonta a 8,289 miliardi la spesa farmaceutica netta del Ssn canale farmacia del 2017 (la lorda è stata di 10,472 miliardi) secondo i dati diffusi ieri da Federfarma, registrando un calo, pari a -1,9% rispetto al 2016 e confermando il trend di riduzione della spesa per farmaci erogati dalle farmacie nel normale regime convenzionale.

Un calo determinato da una diminuzione del -1,2% del numero delle ricette SSN e da un’analoga riduzione del valore medio della ricetta (netto -0,7%; lordo -0,4), conseguente alla diminuzione del prezzo medio dei farmaci prescritti in regime convenzionale (-0,7%).

Pochi giorni fa i dati IQVIA rilevavano che a fronte di tale calo di spesa e di consumi nell’ambito della spesa convenzionata corrisponde, invece, sempre nel 2017 un rilevante incremento della spesa (+13,3%) e del numero di pezzi di farmaci (+11%) erogati in distribuzione per conto (DPC).

Questo aumento sensibile – sottolinea Federfarma -  si colloca all’interno di un incremento della spesa complessiva per farmaci acquistati direttamente dalle strutture pubbliche che nel 2017 è stato pari al +3,9%.

Nel 2017 le ricette sono state oltre 580 milioni, pari in media a 9,57 ricette per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali erogate a carico del SSN sono state oltre 1.103 milioni (-1,2% rispetto al 2016). Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media 18,2 confezioni di medicinali a carico del SSN, di prezzo medio pari a 9,42 euro (9,48 euro nel 2016).

Le farmacie – sottolinea ancora Federfarma - continuano a dare un rilevante contributo al contenimento della spesa, oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci SSN, con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2017 un risparmio di circa 415 milioni di euro, ai quali vanno sommati circa 67 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, posto a carico delle farmacie a partire dal 1° marzo 2007 e sempre prorogato, volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali.

A tali oneri si è aggiunta, dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%.

Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile nel 2017 in circa 188 milioni di euro.

Complessivamente, quindi – rileva Federfarma - il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa, nel 2017, è stato di circa 670 milioni di euro.

È bene ricordare – nota l’associazione dei titolari di farmacia - che lo sconto a carico delle farmacie ha un carattere progressivo in quanto aumenta all’aumentare del prezzo del farmaco, facendo sì che i margini reali della farmacia siano regressivi rispetto al prezzo.

Le farmacie rurali sussidiate e le piccole farmacie a basso fatturato SSN (i cui limiti sono stati aggiornati dalla legge 172/2017 a decorrere dal 1° gennaio 2018) godono di una riduzione dello sconto dovuto al SSN.

L’incidenza sulla spesa lorda delle quote di partecipazione a carico dei cittadini è aumentata, passando dal 14,2% del 2016 al 14,4% del 2017. Nelle Regioni con ticket più incisivo le quote di partecipazione hanno un’incidenza sulla spesa lorda tra il 12,3% e il 20,9% (in Valle d’Aosta).

Complessivamente i cittadini hanno pagato oltre 1,5 miliardi di euro di ticket sui farmaci, di cui più del 67% (dato AIFA) dovuto alla differenza di prezzo rispetto al farmaco equivalente meno costoso.

Federfarma sottolinea poi che continua ad aumentare l’incidenza dei farmaci inseriti nelle liste di riferimento AIFA a seguito della scadenza del brevetto del farmaco di marca.

A livello nazionale l’incidenza delle confezioni di farmaci a brevetto scaduto sul totale delle confezioni erogate in regime di SSN è a oltre l’80%, mentre la relativa spesa super il 61% del totale.

L’incidenza delle confezioni di generici veri e propri è pari al oltre il 29% del totale per una spesa per a oltre il 18% del totale, con notevoli differenze a livello regionale.

Il calo della spesa farmaceutica convenzionata è particolarmente evidente in Puglia, Sardegna, Sicilia, dove è correlato a un sensibile calo del numero delle ricette.

In controtendenza la Lombardia, l’unica a far registrare un incremento di spesa, nonostante il calo del numero delle ricette. L’aumento di spesa è legato a una crescita del valore medio delle ricette.

Anche nel 2017 i farmaci per il sistema cardiovascolare si sono confermati la categoria a maggior spesa, pur facendo segnare una sensibile diminuzione della spesa (-3,6%%) e (meno evidente) dei consumi (-0,3%), a seguito del maggior utilizzo di medicinali a brevetto scaduto di prezzo più basso.

Tra le 10 categorie di farmaci più prescritte anche nel 2017 si collocano al primo posto gli inibitori della pompa acida (farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico), che tuttavia continuano a far registrare un calo dei consumi (-3,2% rispetto al 2016).

All’interno della categoria dei farmaci antipertensivi continua l’aumento delle prescrizioni di betabloccanti. Prosegue anche la crescita dei consumi di vitamina D (+6,5% rispetto al 2016).

La specialità medicinale più prescritta (vedi tabella n. 5), continua a essere la cardioaspirina® (farmaco antiaggregante), nonostante il calo delle prescrizioni (-1,4% rispetto al 2016), seguita dal dibase® (farmaco per le carenze di vitamina D), in leggera crescita (+0,5%). In forte aumento i consumi del farmaco equivalente metformina Teva (per il trattamento del diabete di tipo 2).

FONTE: Quotidiano Sanità e FederFarma

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