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AFORISMA DEL GIORNO

25 maggio, 2017

Vaccini, pronta l'estensione dell'obbligo per tutti gli operatori sanitari

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Dopo l’obbligo di vaccinazione per i bambini e ragazzi ora è il turno di medici e infermieri. Visto che troppi di loro non si immunizzano, trasformandosi in untori più pericolosi di altri perché a contatto con malati di per se fragili.  Mentre i tecnici dei Ministeri di salute e istruzione lavorano ancora al testo, approvato «salvo intese» venerdì scorso dal Governo, la Lorenzin è pronta a calare la carta che renderebbe obbligatorio presentare i certificati vaccinali più importanti per tutti quelli che fanno attività di assistenza sanitaria. «Se l’emendamento al decreto lo presenterà qualche parlamentare l’Esecutivo lo appoggerà, altrimenti saremo noi a proporlo», fanno sapere dall’entourage del Ministro della salute. Del resto la fuga dai vaccini tra camici bianchi e affini desta oramai più preoccupazione di quella già allarmante in atto tra bambini e ragazzi.

L’obbligo potrebbe scattare per dottori e infermieri non immunizzati almeno contro parotite, rosolia e morbillo, per le quali si fa la trivalente, più varicella. Del resto un sanitario su dieci non è immunizzato contro questi virus. Il 40% ha saltato il richiamo dell’antitetanica, annullando così gli effetti del primo vaccino. L’antinfluenzale poi lo snobbano due operatori su tre. Eppure l’influenza ogni anno miete circa 80mila vittime per complicazioni varie, frequenti soprattutto tra anziani e immunodepressi. I dati, sconfortanti, li fornisce la Simpios, Società scientifica per la prevenzione delle infezioni nelle organizzazioni sanitarie, che ha interpellato un campione dei professionisti della nostra sanità pubblica. Tra i quali uno su tre «non ritiene certi i benefici dei vaccini e teme la possibilità di effetti avversi gravi dopo la vaccinazione».

Gli effetti di questo scetticismo che non trova nessuna giustificazione scientifica si vedono poi con l’epidemia di morbillo, dove la parte dell’untore la fa proprio chi le malattie dovrebbe aiutare a debellarle anziché diffonderle. In Toscana nei primi due mesi dell’anno un caso di morbillo su tre si è verificato proprio tra gli operatori sanitari e nelle provincie di Pisa e Firenze la percentuale è persino del 50%. In Piemonte dal dicembre del 2016 al 22 marzo scorso su 334 segnalazioni di morbillo 30 provengono dall’ambiente ospedaliero. In Lombardia gli operatori contagiati sono 14 su 149 e nel Lazio 26 su 244.

Che le cose così non vanno lo ammettono per primi i diretti interessati, pronti ad accettare il diktat dell’obbligo di vaccinazione.

«Obtorto collo devo dire di essere favorevole all’obbligatorietà per tutti noi», dichiara la Presidente della Federazione dei collegi infermieristici, Barbara Mangiacavalli. «Preferirei lavorare sulla diffusione di una maggiore cultura vaccinale, ma i dati sono quelli che sono e non possiamo continuare a mettere a rischio la vita di chi magari ha appena subito un intervento chirurgico».

Ancora più deciso Gabriele Gallone, dell’esecutivo Anaao, il sindacato dei medici ospedalieri. «Come medico del lavoro, qui all’ospedale San Luigi di Orbassano (ndr: a due passi da Torino) i neo assunti non li faccio entrare se non hanno almeno il certificato vaccinale per morbillo, rosolia, varicella e parotite. Ma se qualcuno si opponesse il giudice gli darebbe ragione. Per questo serve una legge».

Anche i medici di famiglia della Fimmg concordano. «Anche se - precisa il Vice segretario vicario, Pierluigi Bartoletti - molti di noi sono comunque protetti dai virus, perché la nostra età media oramai è di 55 anni e quasi tutti ci siamo immunizzati ammalandoci da bambini». 

FONTE: La Stampa
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23 maggio, 2017

TAR del Lazio sblocca concorso MMG 2017 per i laureati non ancora abilitati

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Porte aperte al concorso di ammissione al corso di Medicina Generale anche per i laureati che non hanno conseguito l'abilitazione porfessionale. Lo ha deciso il Tar del Lazio che con la sua sentenza (numero 5594 del 19 maggio 2017) annulla decreto del Ministero della Salute del 7 marzo 2006.

Il Tar ha definito "irragionevole - e comunque eccedente il criterio di stretta proporzionalità allo scopo - l’esclusione dal concorso dei soggetti che appaiano in grado di garantire il possesso del titolo alla data di inizio dell’attività".

«L’annullamento del Tar Lazio del decreto del Ministero della Salute del 7 marzo 2006, nella parte in cui preclude la partecipazione al concorso per l’ammissione al corso di Medicina Generale ai laureati in Medicina non ancora abilitati, è la prima vittoria di merito degli Avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, al fianco della Fp Cgil Medici, che mette un punto fermo sulla questione: tutti i laureati non ancora abilitati potranno partecipare alla prova». A farlo sapere è la Funzione Pubblica Cgil Medici.

Per il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, «è una buona notizia che rafforza la nostra richiesta, portata avanti con Cisl e Uil, di arrivare subito alla laurea abilitante per consentire a tutti i medici di poter accedere prima alla formazione e al mondo del lavoro». “Secondo la sentenza del Tar Lazio numero 5594 del 19 maggio 2017,” riferisce Fp Cgil “in piena aderenza alle tesi degli avvocati, è irragionevole – e comunque eccedente il criterio di stretta proporzionalità allo scopo – l’esclusione dal concorso dei soggetti che appaiano in grado di garantire il possesso del titolo alla data di inizio dell’attività’.

«Una disposizione – conclude Cozza – che oltre tutto discriminava tra medici italiani che dovevano essere in possesso dell’abilitazione alla data di presentazione della domanda e medici comunitari che invece possono registrare l’abilitazione entro la data di inizio del corso di formazione».
 
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19 maggio, 2017

Reintrodotto dal governo l'obbligo di vaccinazione per iscrizioni a scuola: "mantenere alto il livello di protezione"

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Via libera del Consiglio dei ministri al Decreto Legge che reintroduce l'obbligatorietà delle vaccinazioni per l'iscrizione a scuola. L'obbligo di vaccinarsi per potersi iscrivere a scuola decadde nel 1999 dopo che per oltre trent'anni, e cioè dal 1967, era stato invece indispensabile per l'iscrizione. Il premier Paolo Gentiloni: la norma produrrà "l'impossibilità di iscriversi al sistema scolastico zero-sei anni" per i non vaccinati.

"Per la scuola dell'obbligo - ha proseguito il presidente del Consiglio - la mancanza di documentazione sui vaccini produrrà da parte dell'autorità scolastica sanzioni dalle dieci alle trenta volte maggiori di quelle esistenti".

Il decreto, ha spiegato ancora Gentiloni, rende obbligatori "una serie di vaccini che finora erano semplicemente raccomandati. Tra questi ce ne sono di importanti come quelli contro il morbillo e la meningite, che dal momento di approvazione del decreto diventeranno obbligatori con modalità transitorie che il decreto metterà in luce per consentire a famiglie e sistema di adeguarsi alla decisione senza traumi".

Ringraziando i tre ministri che insieme hanno lavorato al decreto, Beatrice Lorenzin, Valeria Fedeli e Maria Elena Boschi, il premier ha sottolineato che la decisione di arrivare al decreto con l'obbligo vaccinale è stata presa "perché ci troviamo di fronte alla constatazione del fatto che nel corso degli anni la mancanza di misure appropriate e il diffondersi soprattutto negli ultimi mesi di comportamenti e teorie antiscientifiche ha provocato un abbassamento dei livelli di protezione dal punto di vista dei vaccini. Non si tratta di uno stato di emergenza ma di una preoccupazione alla quale il governo intende rispondere. Operiamo con un decreto anche perché negli ultimi mesi ci sono state diverse decisioni di Regioni su questo punto e il governo intende dare un indirizzo generale".

Da parte sua il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha specificato che il decreto allarga "a 12 le vaccinazioni obbligatorie per l'iscrizione a scuola", annunciando che vi saranno stringenti controlli sulla copertura vaccinale. "Vogliamo aumentare la copertura vaccinale in tutto l'arco della vita del ragazzo - ha spiegato - e nel percorso scolastico si interviene per verificare che la copertura sia avvenuta e laddove non lo sia stato per mettere in campo una serie di misure che siano piuttosto stringenti nei confronti della famiglia e che mettano in sicurezza la comunità scolastica".

Così, "la scuola avrà l'obbligo di riferire alla Asl la mancata vaccinazione, l'Asl avrà l'obbligo di chiamare la famiglia e dare dei giorni per vaccinare. Se ciò non avviene c'è una sanzione molto elevata. E il controllo avviene ogni anno, non una tantum".

FONTE: TgCom
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13 maggio, 2017

Specializzazioni 2017, il Ministero conferma: concorso a Ottobre

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Si terrà a Ottobre il concorso per accedere alle Specializzazioni post laurea in area medica, chirurgica e dei servizi. E' il Ministero a confermare in tal modo le voci che stavano già diffondendosi da alcuni giorni sui vari siti online dedicati. Il ritardo, è spiegato dal Ministero, è legato ad una serie di novità che verranno introdotte quest'anno, fra cui l'aggregazione dei partecipanti in "macrosedi" (da cui la necessità di trovare strutture adatte a ripartire e ricevere i gruppi di quasi ventimila candidati iscritti in tutta Italia) e un auspicabile miglior controllo nel corso dell'esame. Niente da fare invece per il concorso di Medicina Generale, che rimane ancora "non sostenibile" per tutti i laureati (e non ancora abilitati) di quest'anno. Anche i ricorsi promossi ripetutamente online da vari studi legali perdono di significato, dopo la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso anno in cui venne chiaramente confermata l'esclusione dalla graduatoria per tutti i non abilitati.

Di seguito la Nota del Ministero:

""Al via il nuovo sistema di accreditamento delle Scuole di specializzazione in Medicina e le nuove modalità di svolgimento del concorso per l’accesso ai corsi. Le nuove regole di accreditamento delle strutture sanitarie utilizzabili per la formazione delle specializzande e degli specializzandi, che si stanno concordando con il Ministero della Salute, prevedono parametri più rigorosi ed efficaci e sono richieste da tempo dal mondo universitario e dagli altri interlocutori coinvolti. Con il nuovo concorso si punta, poi, a dare una risposta alle sollecitazioni arrivate, tra gli altri, dalle associazioni delle specializzande e degli specializzandi, dalla Conferenza dei Rettori, dall'Osservatorio per le Scuole di Specializzazione, dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari.

La selezione sarà più ‘snella’ e semplificata, particolare attenzione sarà posta alle questioni logistiche con una minore frammentazione delle sedi d’esame che saranno accorpate per area geografica.
“Abbiamo voluto procedere con le nuove regole - spiega la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli - per garantire che le nuove specializzande e i nuovi specializzandi siano inseriti in percorsi accreditati secondo criteri di sempre maggiore qualità e trasparenza e affinché la prossima selezione risponda di più alle attese delle nostre laureate e dei nostri laureati. Il nuovo regolamento con le modalità di accesso alle scuole recepirà le osservazioni emerse dagli incontri avuti con le associazioni rappresentative dei medici in formazione”.

La scelta di procedere con le nuove regole rende necessaria una diversa programmazione dei tempi del bando di concorso che annualmente è pubblicato entro la fine di aprile. Questo il nuovo cronoprogramma: le Università saranno chiamate a caricare i dati necessari per l’accreditamento delle loro Scuole entro la fine del mese di maggio. Saranno valutati standard, requisiti e indicatori di performance delle strutture. A seguito dell’accreditamento delle Scuole sarà pubblicato il bando per l’accesso ai corsi, tra la fine di luglio e la prima settimana di agosto. Il concorso si terrà in ottobre: servono 60 giorni tra l’emanazione del bando e le prove.

Fra le novità principali a cui sta lavorando il Ministero per la semplificazione delle modalità di ammissione alle Scuole: una graduatoria ‘unica’ nazionale che sostituisca le 50 distinte graduatorie attuali; nuovi contenuti per la prova; un minor peso del punteggio per i titoli; miglioramento della logistica attraverso aggregazione territoriale delle sedi per area geografica.""

FONTE: Comunicato Stampa del MIUR



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12 maggio, 2017

Vaccini, allo studio un nuovo Decreto Legge che preveda obbligo per le scuole di ogni ordine e grado

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I certificati vaccinali dovranno essere esibiti per l'iscrizione alle scuole "di ogni ordine e grado, pubbliche e private". E' quanto prevede il testo che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha consegnato al premier Paolo Gentiloni. Il provvedimento è composto da due articoli ed è ora nelle mani di tutti i ministri per una valutazione prima dell'esame finale. Il voto sul decreto potrebbe arrivare già la prossima settimana.

"Varare il decreto entro la prossima settimana": è l'obiettivo indicato dala ministra della Salute Beatrice Lorenzin al termine della riunione del Cdm di oggi. Un annuncio confermato poco dopo dal premier Paolo Gentiloni. "Come annunciato ho presentato all'attenzione del Consiglio dei ministri il testo base di decreto legge sull'obbligo vaccinale nelle scuole. Durante la seduta ho avuto conferma dal presidente Gentiloni circa la volontà di avviare subito un approfondimento collegiale, che è già iniziato tra i tecnici della Salute, del Miur e della presidenza del Consiglio", ha detto il ministro.

"Diamo tutti insieme una risposta concreta alla popolazione per la tutela della loro salute, dei loro figli e delle famiglie a fronte del drammatico calo della copertura vaccinale", ha aggiunto Lorenzin.

Il premier Paolo Gentiloni avrebbe invitato i ministeri competenti a lavorare ad un testo sull'obbligo dei vaccini da portare al prossimo Cdm. Sul testo, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, i dicasteri sono tutti d'accordo. Ieri,  la ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli era intervenuta sul caso ricordando la necessità di garantire "anche il diritto costituzionale all'istruzione". "Ho molto apprezzato il richiamo al coordinamento e alla collegialità con cui Paolo Gentiloni ha aperto il Consiglio dei Ministri. Ho sempre detto che sono favorevole all'obbligo di vaccinazione. Tanto più se il Ministero della Salute segnala l'esistenza di un'emergenza nazionale - ha detto oggi Fedeli - Da questo discende che i vaccini debbono essere obbligatori per ogni bambina e bambino presente sul territorio nazionale. E che tale norma deve valere per ogni luogo pubblico".

Intanto il ministro Lorenzin, ha replicato con un tweet ad Alessandro Di Battista (M5S), ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita su La7, che aveva detto che " i vaccini non dovrebbero essere obbligatori ma gratuiti". "Volevo informarvi che con il Piano nazionale vaccini in italia i vaccini sono già gratuiti".

Il provvedimento annunciato dalla Lorenzin entra nel solco di quanto hanno fatto o stanno facendo molte regioni italiane. In Emilia è già stata approvata una norma che richiede le vaccinazioni obbligatorie a chi si iscrive all'asilo nido e anche la Lombardia ha preso una decisione simile. Anche a Trieste è stata approvata una misura simile mentre ci sono altre Regioni che stanno ancora scrivendo le loro leggi come Toscana, Piemonte, Puglia e Lazio, che stanno scrivendo testi nei quali in alcuni casi si prevede l'obbligo per i bambini di aver fatto tutte le vaccinazioni, non solo quelle obbligatorie, per entrare sia al nido che alla materna. Del resto tutte le amministrazioni locali hanno da poco invitato il governo a prendere una decisione nel senso dell'obbligatorietà. Del resto anche il nuovo piano vaccinale, approvato nel gennaio scorso, apriva la porta alla possibilità di un intervento sulle scuole.

Positivo il commento il segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti. "Siamo al fianco del ministro Lorenzin sul tema delle vaccinazioni. Chi non vaccina i propri figli lede il diritto alla salute e all'istruzione dei bambini che non possono essere vaccinati per motivi di salute", ha detto il segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti.

FONTE: Repubblica.it
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Europa, attacco hacker mette fuori uso i pc degli ospedali inglesi

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Diversi ospedali britannici hanno affermato di avere seri problemi con i loro computer, apparentemente a causa di attacchi informatici. Alcuni istituti di Londra, del nord ovest dell'Inghilterra e di altre parti del Paese sono arrivati al punto di chiedere ai loro pazienti di non recarsi presso le loro strutture "se non in casi di emergenza". Sui pc è comparso un messaggio con la richiesta di pagare un riscatto di 300 dollari in bitcoin.

Il servizio sanitario britannico ha quindi confermato che gli ospedali che hanno denunciato problemi ai loro sistemi informatici sono stati colpiti da un ransomware, ma non ci sono indicazioni che gli hacker abbiano avuto accesso ai dati dei pazienti.

Secondo il Nhs Digital, che supervisiona la cyber-sicurezza degli ospedali, per l'attacco è stata utilizzata una variante del malware "Wanna Cryptor", che tiene in "ostaggio" i computer infettati mentre i pirati informatici chiedono un riscatto. Secondo la stessa fonte, l'attacco "non ha specificamente preso di mira il Nhs, e sta infettando organizzazioni di diversi settori".

L'attacco informatico sembra però essere ben più esteso: secondo la Bbc, infatti, il ransomware ha colpito organizzazioni e aziende in mezza Europa. Segnalazioni di casi simili sono giunte anche da Spagna, Italia, Portogallo, Russia e Ucraina.  Nel nostro Paese sarebbero state prese di mira le università.

FONTE: Tgcom.it
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