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AFORISMA DEL GIORNO

31 maggio, 2013

Oggi è il No Tabacco Day, fra "App" per smettere di fumare e dubbi sull'uso delle E-cig...

Oggi si celebra in tutto il mondo il "No Tobacco Day": lo slogan dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è “Liberati!”. Sono 6 milioni i decessi legati al fumo ogni anno, e secondo le proiezioni potrebbero diventare 8 milioni entro il 2030. I decessi per fumo indiretto, secondo recenti stime, ammontano a circa 600.000. Ancora una volta l’OMS punta il dito contro la pubblicità e gli sponsor legati al tabacco, evidenziando come soltanto 19 paesi al mondo hanno una legislazione rigida in proposito, mentre invece un terzo dei paesi hanno legislazioni minime o nessuna restrizione.

All’Istituto Superiore della Sanità è stato organizzato un convegno anche alla presenza del neoministro Lorenzin.  “E’ necessario lavorare sulla prevenzione”, ha detto il ministro, “perchè è l’unica strategia che consente di contenere in modo intelligente i costi della sanità”, ricordando come “siano circa 700mila le persone che in Europa muoiono ogni anno a causa del fumo”, e il vizio “sia in aumento fra i giovanissimi e le donne”. Il Ministero della Salute e ISS hanno anche lanciato la App ‘Quanto fumi?’ per capire il grado della propria dipendenza e grazie a questa consapevolezza cercare di perdere il vizio. iSmocked Plus è l’applicazione per iPhone pensata per tutti i fumatori che vogliono avere un quadro completo sulle sigarette fumate e, a fine deterrente, i soldi spesi. Ismoked è compatibile con iPhone, iPad e iPod Touch, richiede la versione del firmware 4.3 o successive ed è localizzata in Italiano. L’app è disponibile al prezzo di 0,79€.

Fra gli argomenti quello delle sigarette elettroniche, al centro di un corposo dibattito, con un mercato in netta espansione, e apprezzate soprattutto dalle giovani generazioni. Un sondaggio della DOXA presentato al convegno ha però dimostrato che fra tutti coloro che hanno iniziato ad usarle, sono circa 500.000, solo 10,6%.

Una delle domande più ricercate su Google secondo recenti stime, visto anche il fatto che intorno alla "sigaretta elettronica" si sia creato un crescente volume d'affari (oro colato nella fortissima crisi economica attuale), è se tale forma di fumo sia nociva. La sigaretta elettronica fa male?

Il funzionamento di queste sigarette è semplice: il fumatore inala un vapore che suggerisce la sensazione di fumare tabacco. Il vapore è generato da una cartuccia che contiene una soluzione di glicole propilenico, glicerolo, aromi alimentari e, in alcuni casi, nicotina. Sull'estremità opposta al filtro, un led si accende di rosso durante l'utilizzo. Chi le usa? Soprattutto la fascia tra i 30 e i 40 anni (18,4%) e gli over 45 (20%). Mentre i ragazzi tra i 16 e i 20 anni coprono solo un 1,8% della torta di utilizzatori.

La principale differenza con la sigaretta tradizionale è che non c'è combustione e quindi non contiene né catrame, né monossido di carbonio, ovvero le sostanze più nocive prodotte dal fumo tradizionale. Contiene però nicotina, che provoca assuefazione, in quantità variabili. Nel complesso, sulla base delle analisi svolte fino a questo momento, i medici sono abbastanza d'accordo nel ritenere che la sigaretta elettronica, pur non essendo completamente innocua (per via della presenza di nicotina, ma anche di glicerolo e glicole propilenico) è di gran lunga meno dannosa delle sigarette tradizionali. Quindi se dedicata specificatamente per i forti fumatori, la sigaretta elettronica è uno strumento consigliato per smettere, tuttavia non deve essere considerata come un lusso o come un giocattolo da provare, e ciò coinvolge soprattutto gli adolescenti, sempre più usuali nell'utilizzo della SE, tanto che lo stesso Ministero della Salute ha provveduto a imporre un divieto di vendita per i minori di 18 anni.

Qual è il maggiore rischio nell'uso della e-cig? Proprio il costo. Tale tipo di sigarette hanno un costo "di partenza" relativamente elevato, più il costo più basso delle ricariche. Il problema nasce dalla ricerca del "risparmio", che porta all'acquisto di sigarette elettroniche "non omologate" e "sovraccariche di nicotina", e quindi potenzialmente lesive da fonti, come negozi o e-store non in regola, con grandi rischi per la salute del compratore.

Di certo, oggi, c’è il business generato da questo oggetto. Un successo che sembra ispirato più a una tendenza del momento che dalla cura della propria salute: 1500 negozi vendono le e-cig per 2 milioni di consumatori; il volume d’affari generato in Europa è di 500 milioni di euro.

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