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AFORISMA DEL GIORNO

08 marzo, 2012

Forte saldo negativo fra i nuovi medici e i camici bianchi che andranno in pensione...


Una cosa è sicura gli studi dei medici di famiglia rischiano di diventare sempre più affollati nei prossimi anni. I camici bianchi che vanno in pensione oggi non vengono sostituiti e con il tempo verranno chiusi migliaia di ambulatori. Sono 11 milioni gli italiani che tra il 2007 e il 2017 sono rimasti e rimarranno senza medico di medicina generale, per il saldo negativo tra le nuove leve e quelli che vanno in pensione. A calcolarlo è la Fimmg 1 (Federazione italiana medici medicina generale) nel documento sulla Rifondazione della medicina generale, che è all'esame della Conferenza Stato-Regioni nell'ambito della discussione sul Patto per la salute.

Nel documento, elaborato nel 2007, si spiega infatti che ogni anno si formano 1.560 medici di medicina generale, che diventano 15.600 nel periodo compreso tra il 2007 e il 2017, entro cui andranno in pensione 25.500 medici. Il saldo dunque tra i medici formati e quelli che terminano l'attività lavorativa è negativo e pari a 9.900. Il che corrisponde a 11 milioni di italiani, cioè 1 su 6, senza medico nell'arco di 10 anni.

Secondo Alberto Oliveti, vicepresidente dell'Enpam, l'ente di previdenza dei medici, la prospettiva è ancora più fosca. "Il fondo per la medicina generale comprende 25mila pensionati e 70mila iscritti, di cui 47mila medici di famiglia, 1415mila guardie mediche e quasi 10mila pediatri. Ogni anno vanno in pensione circa 1-1.500 medici, ma dal 2015 al 2025 si calcola, in base alla stratificazione dell'età, che andranno in pensione 40mila medici, quindi a rimanere senza medico, in 10 anni, potrebbero essere 25 milioni di cittadini".

Ma per Giacomo Milillo, segretario della Federazione generale dei medici di medicina generale, la situazione non è allarmante. "Il calo del numero di medici mette in crisi l'attuale sistema per questo serve una riorganizzazione. Oggi negli studi di medicina generale c'è molto lavoro, ma c'è una gran parte di attività che riguarda questioni burocratiche - spiega Milillo - . Potrebbero essere aiutati da degli assistenti e riuscire così a seguire altri pazienti".

Una riorganizzazione potrebbe rispondere a nuove esigenze come, ad esempio, quella di aprire gli studi medici nel fine settimana. La volontà è quella di dare vita a un'assistenza sul territorio che risparmi ai pronto soccorso, già al collasso, milioni di accessi inutili. "L'apertura degli studi dei medici di famiglia 7 giorni su 7 è possibile con una riorganizzazione. Con un lavoro di squadra si può rispondere a nuove esigenze e offrire un servizio adeguato", conclude Milillo.

Se è la medicina generale a a che fare con un calo di professionisti, le cose non vanno meglio negli ospedali, dove nel tempo diminuiscono i posti letto 2, ma anche il numero di medici. Anche perché da quando è stato istituito il numero chiuso all'università è calato il numero di professionisti e chi se va non viene sostituito da giovani camici bianchi.  Nel 2010 oltre quattromila medici che lavoravano nelle strutture pubbliche hanno appeso il camice al chiodo e sono andati in pensione. Secondo le tabelle dell'Inpdap, i camici bianchi in fuga sono 4.144, di cui 3.337 uomini e 807 donne. Un vero boom di uscite, se si considera che nel biennio precedente (2008-2009) il numero dei pensionamenti tra i medici si era sempre mantenuto stabile intorno ai 2.700 l'anno.

AUTRICE: Valeria Pini
FONTE: Repubblica.it

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