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AFORISMA DEL GIORNO

28 agosto, 2011

Test di Ingresso 2011: su Facebook un "gioco" per esercitarsi puntando alla "medaglia d'oro"...

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Su universita.it, il quotidiano online di informazione universitaria, è attiva una nuova applicazione Facebook per permettere ai neo-diplomati di esercitarsi gratuitamente, dal proprio profilo, per i test di ingresso. Cinque sono le aree in cui lo studente può esercitarsi: medicina odontoiatria veterinari, architettura, lauree triennali professioni sanitarie, orientativi area umanistica, orientativi area scientifica.

Scelta l’area, si inizia la simulazione; in base al tempo e alle risposte giuste lo studente, alla fine della prova, potrà ricevere la denominazione di: genio-medaglia d’oro; fenomeno-medaglia d’argento; diligente-medaglia di bronzo; spensierato-medaglia di legno; sbadato-medaglia di carbone. Dopodichè all’interno della pagina Facebook di universita.it-test d’ammissione, il giocatore potrà condividere l’applicazione con i propri amici e sfidarli alle simulazione di esami. «Insomma studiare non è mai stato così divertente!!!!» commenta in una nota lo stesso quotidiano online.

«Questo programma - prosegue la nota - permette di far conoscere agli studenti le basi necessarie per iscriversi ad un determinato corso di laurea, di esercitarsi gratuitamente e per tempo in modo da stimolare le proprie capacità di ragionamento logico e anche di valutare il proprio livello di preparazione. Requisiti fondamentali e indispensabili per superare le prove di accesso all’Università, e grazie a questa nuova applicazione si ha l’opportunità di prepararsi al meglio allenandosi in modo originale, concreto ma soprattutto stimolante, con la possibilità di mettere in gioco se stessi e anche i propri amici».

All’interno dell’applicazione è possibile trovare anche il link diretto alla pagina del sito internet di universita.it, sezione «Esercitati con le simulazioni dei test d’ammissione» dove è possibile fare la versione approfondita dei test e dove sono visibili anche altre materie su cui potersi preparare, quali Ingegneria, Eco-Giuridica, Comunicazione e Formazione e Psicologia.

La stesura delle prove simulate che si trovano sia sul portale che sul social network di Universita.it sono state create in collaborazione con la società caposcuola del settore quale Alphatest, da anni leader di spicchio nell’area dell’orientamento e della formazione. Una collaborazione questa che permette di offrire agli studenti, soprattutto a quelli che ogni anno si ritrovano sui banchi universitari (circa 250 mila) per superare gli esami d’ammissione, un servizio utile, reale, gratuito, facile da usare, ma soprattutto da oggi anche divertente.

FONTE: La stampa.it
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Test di Ingresso 2011: corsi e tasse, la "stangata" dei costi per i test...

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Archiviata la pausa estiva, è tempo di test di ingresso negli atenei capitolini. Ad aprire la caccia ai nuovi immatricolati sarà martedì la Cattolica. Ed è già boom di iscrizioni. "Esplode" Medicina e chirurgia a cui si sono iscritti 7333 studenti, con una netta maggioranza "in rosa" (4766 donne contro 3139 uomini): 2mila più dello scorso anno. In calo invece Odontoiatria con 567 pretendenti rispetto ai 1025 del 2010. Lazio a parte, i candidati arrivano in prevalenza da Campania, Puglia, Sicilia, Calabria e Lombardia. Il primo esame preliminare si terrà il 30 agosto: un test scritto psicoattitudinale, scientifico e di inglese diviso quest'anno su tre sedi: oltre a Roma, Milano e Bari. Il 7 settembre ci sarà poi l'orale a cui accederanno i primi 600 candidati della graduatoria per i 282 posti a concorso di Medicina, e i primi 75 per i 25 posti di Odontoiatria. Alla Sapienza, che aprirà le sue aule agli aspiranti camici bianchi il 5 settembre, si conferma, stando ai dati provvisori, il trend dello scorso anno: 7mila iscritti alla nuova megafacoltà di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria per 908 posti, divisi tra Umberto I, Sant'Andrea e Latina. Quattro giorni dopo toccherà a chi vuole iscriversi all'ultima novità dell'ateneo di piazzale Aldo Moro: la facoltà di Medicina in inglese appena istituita dal ministero dell'Istruzione. A numero chiuso anche Architettura e Ingegneria, entrambe il 7 settembre. A Tor Vergata i posti per Medicina sono invece 232 (41 per Odontoiatria) e la prova si svolgerà il 5 settembre.

Diversi anche i costi: se nel primo ateneo ogni studente deve versare 35 euro, a Tor Vergata il quiz costa 70 euro, fino ai 120 della Cattolica. Nelle casse degli atenei, grazie alle prove di accesso, finiscono quindi tra i 245mila euro e gli 880mila euro. E i ragazzi di Link, coordinamento universitario, lanciano la proposta: "Ribadiamo la nostra contrarietà al numero chiuso. Ma vogliamo almeno che questi soldi vengano investiti in progetti per gli studenti".

Ma è polemica soprattutto sui costi dei corsi di preparazione ai quiz. Se la Sapienza infatti organizza seminari gratuiti di "recupero", tantissimi ragazzi si rivolgono a società private che attingono pesantemente nelle tasche delle famiglie. Alpha test, azienda tra le più quotate ed editrice di libri di ripasso ed esercitazione, propone minicorsi da 18 ore a 590 euro, mentre per un intero ciclo di 150 ore si tocca quota 4400 euro. Per le iscrizioni alla Cattolica o alla Luiss c'è una sovrattassa: 170 euro in più. Al Cepu ci sono esercitazioni di base, tutoraggio e full immersion collettive da un minimo di 2700 euro fino ad un massimo di 9mila euro. "Saldi" da Unidformazione che offre corsi scontati di 280 euro per 100 ore. Ma solo online.

FONTE: Repubblica.it
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Test di Ingresso 2011: il 5 settembre in Fiera si presenteranno 2221 aspiranti candidati per Medicina

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Si avvicinano le prove di ammissione ai corsi di laurea 2011-2012 della facoltà di Medicina e chirurgia. Reso noto il calendario delle prove che si terranno nei locali della Fiera campionaria di Messina: il 5 settembre Medicina e chirurgia e Odontoiatria, l'8 settembre Professioni sanitarie. I test di ammissione a Veterinaria, invece, sono stati fissati il 6 settembre nei locali della facoltà. In aumento il numero dei candidati, dal momento che il trend registrato per l'anno accademico ormai alle porte riguardante Medicina e chirurgia vede 2221 domande rispetto alle 2067 del 2010-2011. Saranno 703 quanti puntano all'ammissione a Veterinaria (109 in più) e 3753 i candidati per le professioni sanitarie. (NOTA: cliccare su "Test di ingresso" in alto nel menù sotto il logo per accedere alle notizie precedenti del sito riguardanti appunto i test)

Nel frattempo, i test 2010 parrebbero risultare "in salvo" nonostante le irregolarità denunciate nei mesi scorsi: il Tar di Catania ha disposto «l'iscrizione per tutti i ricorrenti che, ormai dal secondo trimestre, erano già iscritti con riserva grazie a una sospensiva». Il riferimento è al test di ammissione relativo all'anno accademico 2010-2011, sul quale molti candidati avevano denunciato anomalie. Quanto alla garanzia dell'anonimato e all'anomala gestione della prova di concorso da parte dell'Ateneo peloritano, sulle quali avevano puntato l'indice l'Udu (Unione degli studenti universitari) e gli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia (in rappresentanza di alcuni aspiranti), il Tribunale amministrativo ha rilevato come «non risulti logica e coerente con il regolare svolgimento» del concorso «la documentata circostanza che la consegna dei moduli non è stata casuale, ma eseguita in modo progressivo nei confronti dei candidati effettivamente partecipanti alla selezione».

Quindi, i test sarebbero stati forniti secondo lo stretto ordine già assegnato secondo l'elenco predisposto, omettendo la consegna di quelli che sarebbero stati assegnati ai candidati assenti. Secondo il collegio composto dai giudici Biagio Campanella, salvatore Schillaci e Agnese Anna Barone, «tale anomala modalità di distribuzione dei plichi, non giustificata da alcuna valida ragione coerente con le finalità di trasparenza delle procedure concorsuali è sintomatica di un non corretto svolgimento», anche se, in assenza di alcun accertamento dei fatti in sede penale, «non è possibile stabilire "se" ed eventualmente "in quale misura" il modus operandi abbia falsato» il concorso. Ragion per cui il Tar di Catania ha trasmesso gli atti alla Procura di Messina, chiamata, a questo punto, alla valutazione della sussistenza di eventuali ipotesi di reato.
In ogni caso, il test svoltosi nel settembre 2010 non è annullato, soprattutto in mancanza «di una prova "regina" grazie alla quale vi sarebbe la certezza che un soggetto sarebbe stato avvantaggiato a scapito di altri» e per evitare «una generalizzata e più grave ingiustizia nei confronti di coloro che hanno regolarmente svolto le prove» e si sono piazzati in una posizione «utile per l'immatricolazione al primo anno del corso di laurea». Toccherà, adesso, all'autorità giudiziaria peloritana accendere i riflettori sui presunti casi di redistribuzione dei posti inizialmente riservati agli extracomunitari o lasciati comunque liberi da studenti comunitari per rinunce, trasferimenti o passaggi ad anni di corso successivi. Da chiarire, inoltre, la sussistenza delle presunte violazioni alla tutela dell'anonimato.


AUTORE: Riccardo D'Andrea
FONTE: Gazzetta del sud
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Nuovi studi tracciano nuove terapie per la cura del mesotelioma

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I ricercatori del laboratorio di Antonio Giordano, MD, Ph.D., fondatore e direttore dell'Istituto Sbarro per la Ricerca sul Cancro e Medicina Molecolare, hanno identificato nuovi potenziali agenti anti-tumorali che potrebbero essere efficaci nel trattamento del mesotelioma, uno dei tumori più letali, causato dalla esposizione all'amianto. Gli scienziati hanno testato nuove molecole del tipo pirazolo[3,4-d] pirimidina che inibiscono la chinasi SRC, un consolidato bersaglio molecolare nella terapia del cancro. I ricercatori hanno dimostrato che questi inibitori di SRC inducono in maniera efficace la morte cellulare, mediante apoptosi, specificamente in linee cellulari di mesotelioma mentre non mostrano effetti tossici su linee cellulari di mesotelio normale, sostenendo così un possibile uso di questi agenti per un trattamento sicuro del mesotelioma. Questi risultati sono stati pubblicati sulla rivista Oncogene del Nature Publishing Group.
I ricercatori hanno anche scoperto che gli inibitori di SRC inducono un aumento della stabilità nucleare dell'inibitore delle chinasi ciclina-dipendente p27.
Questo è "particolarmente interessante se si considera che la perdita di espressione di p27 nucleare è un noto fattore prognostico negativo nel mesotelioma e la localizzazione nucleare di p27 è di fondamentale importanza per la sua funzione di oncosoppressore", ha detto il primo autore dello studio, la Dott.ssa Paola Indovina dell'Università degli Studi di Siena e assistant Professor presso l'Istituto Sbarro.
"Pensiamo che questi dati rappresentino un contributo tempestivo e suggeriscano che lo status di p27 dovrebbe essere attentamente analizzato nel valutare l'uso di inibitori della chinasi SRC negli studi clinici per i pazienti affetti da mesotelioma", ha detto il responsabile dello studio la Dott.ssa Francesca Pentimalli, dell'Istituto Nazionale dei Tumori "Fondazione Pascale" - CROM-Cancer Research Center di Mercogliano e assistant Professor presso l'Istituto Sbarro.
"I risultati confermano SRC come bersaglio terapeutico fondamentale nel mesotelioma e rivelano un nuovo meccanismo, dipendente dalla stabilizzazione nucleare di p27, mediante il quale l'inibizione di SRC può indurre apoptosi nelle linee cellulari di mesotelioma, fornendo un nuovo razionale per l'uso degli inibitori di SRC nella terapia di questa neoplasia" dice il Prof. Antonio Giordano. Questo dimostra anche che in questo contesto, p27 è necessario per indurre l'apoptosi nelle linee cellulari di mesotelioma e, anche se questo meccanismo deve essere ancora definito con precisione, identifica un ruolo attivo di p27 nel mediare l'apoptosi". Lo studio è stato svolto in collaborazione con il Prof. Maurizio Botta, ordinario di Chimica Farmaceutica e Preside della Facoltà di Farmacia, Università di Siena ed anche Professore aggiunto presso l'Istituto Sbarro, che ha sviluppato questi inibitori di SRC insieme alla Prof.ssa Silvia Schenone dell'Università di Genova, Italia.

AUTORE: Pierpaolo Basso
FONTE: Molecularlab.it
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Nuovi studi sulla correlazione fra insulina e centri cerebrali che regolano il senso della fame

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Negli anni passati sono stati condotti alcuni studi che monitoravano l'effetto dell'insulina sull'ipotalamo, zona del cervello che sorveglia con un riflesso "stop and go" il comportamento alimentare. Jens Brüning, del "Max-Planck-Institut" ha guidato uno studio sperimentale sui murini (topi) da laboratorio al fine di valutare gli effetti che ha l'insulina su determinati circuiti cerebrali che regolano il meccanismo di "ricompensa". Secondo Brüning la "supernutrizione" dipende principalmente dalla neuropsicologia e in minor parte dalla effettiva sensazione di fame: infatti, mangiamo in base al nostro umore, continuando a mangiare anche dopo essere sazi e in base alla compagnia che si frequenta. L'inattivazione del segnale dell'insulina in quei neuroni responsabili del rilascio della dopamina, neurotrasmettitore coinvolto nella sensazione di sazietà, causa l'obesità murina. La ricercatrice Brüning ha spiegato: "Dopo che si è instaurato un bilancio energetico positivo o l'obesità, si può creare un circolo vizioso causato dall'insulino-resistenza. Questo sembra essere un fattore importante per l'insorgenza dell'obesità, anche se non è ancora certo che sia il primo passo verso questa condizione.
"Il nostro studio dimostra che l'azione dell'insulina su neuroni catecolaminergici è fondamentale nel controllo a lungo termine dell'alimentazione. Il punto di partenza per potenziali trattamenti dell'obesità nell'uomo sarà l'identificazione dei precisi meccanismi molecolari implicati in questo processo" ha concluso la ricercatrice.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cell Metabolism.

FONTE: Molecularlab.it
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Ricerca americana conferma validità vaccini attuali

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La paura legata ai vaccini, secondo quanto riportano gli studiosi, spesso induce molti genitori a saltare le vaccinazioni nonostante le rassicurazioni delle autorita' sanitarie. Una ricerca statistica compiuta su oltre mille casi da parte di un panel federale statunitense costituito da scienziati dell'Institute of Medicine, parte della National Academies of Sciences, conferma invece come "I vaccini sono ampiamente sicuri, possono causare pochissimi effetti collaterali e non ci sono prove che siano responsabili di casi patologici". Si tratta del primo rapporto globale sugli effetti collaterali dei vaccini a partire dal 1994. "Abbiamo esaminato oltre mille articoli scientifici valutando le prove epidemiologiche e biologiche circa gli effetti collaterali dei vaccini - ha spiegato Ellen Wright Clayton, del Center for Biomedical Ethics and Society alla Vanderbilt University di Nashville, che ha coordinato il gruppo di ricerca - e solo in pochissimi casi i vaccini hanno causato reazioni avverse, e quasi sempre molto limitate negli effetti e nel tempo". Il rapporto e' stato commissionato dallo U.S  Department of Health and Human Services. Gli scienziati hanno analizzato otto tipi di comuni vaccini: la combinazione morbillo-parotite-rosolia (MMR), la difterite-tetano-pertosse acellulare (DTaP), il vaccino per la varicella, influenza, l'epatite B, meningite, il tetano e il papillomavirus umano (Hpv). In particolare, gli studiosi tengono a sottolineare che il vaccino MMR e quello DTaP non hanno mostrato di causare autismo o diabete di tipo I, e che il vaccino contro l'influenza non ha causato temporanea paralisi facciale e non ha peggiorato i sintomi dell'asma. "Ci sono prove sufficientemente forti che i vaccini non causano questi effetti collaterali", ha continuato Wright Clayton. Fra gli effetti collaterali mostrati, la maggior parte aveva brevissima durata e si trattava, per esempio, di convulsioni in quei soggetti che dopo il vaccino MMR avevano sviluppato febbre alta. Ma comunque erano episodi passeggeri. "Non causavano in nessun modo effetti a lungo termine e nemmeno epilessia", ha precisato Wright Clayton. La combinazione MMR, in qualche persona con gravi deficit immunitari, ha causato una rara forma di infiammazione cerebrale. Sempre in persone con sistema immunitario compromesso, il vaccino contro la varicella ha causato polmonite, epatite, meningite. Sei vaccini - MPR, varicella, influenza, epatite B, meningite, tetano - sono stati in grado di scatenare shock anafilattici, reazioni allergiche che compaiono subito dopo l'iniezione. "Una situazione che si puo' benissimo affrontare raccomandando ai pazienti di restare in sala d'attesa per 15 minuti dopo l'iniezione, per assicurarsi che non si manifesti una reazione allergica", ha concluso Wright Clayton.

FONTE: Agi.it Salute
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Muore tragicamente Rachel Beckwith, un simbolo americano nella lotta al cancro

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In nove anni di vita Rachel Beckwith ha fatto in tempo a regalare i suoi riccioli per ben tre volte. La prima volta a 5 anni: in classe aveva saputo di un'organizzazione (Locks of Love) che raccoglieva capelli per farne parrucche da dare ai bambini malati di cancro. Rachel non ci ha pensato due volte. Si è fatta rapare da sua madre, Samantha, poi ha aspettato che i capelli ricrescessero. E l'ha fatto di nuovo. La terza volta è stata il 23 luglio, il giorno della sua morte in seguito a un incidente sull'autostrada. I genitori hanno donato gli organi di Rachel e la sua ultima chioma. Nove anni appena compiuti, il 12 giugno. Era stato un compleanno speciale, anzi molto normale per una bambina come Rachel Beckwith da Seattle, Stati Uniti. A familiari e amici aveva detto: «Anziché farmi un regalo, donate 9 dollari alle persone che costruiscono pozzi per chi non ha l'acqua potabile». In chiesa un giorno Rachel aveva sentito parlare dell'emergenza idrica nel mondo e di un gruppo che si chiama «Charity: water», una delle tante organizzazioni non governative che raccolgono fondi per progetti umanitari legati all'acqua. E senza pensarci troppo aveva deciso di fare qualcosa. Mettersi in mezzo. Con la mamma aveva contattato l'ong. Dalle trecce ai rubinetti, con la stessa filosofia molto infantile (molto pragmatica). Sul sito c'è ancora la sua pagina: «Per piacere aiutatemi. Ai donatori manderemo le foto dei pozzi e le coordinate geografiche tratte da Google Earth. Il mio obiettivo è raccogliere 300 dollari». Rachel era una bambina del suo tempo, computer e Google Earth. Si era presa pure una cotta per il cantante Justin Bieber, l'idolo dei giovanissimi, anche se sua madre dice che non lei osava ammetterlo. Probabilmente avrebbe barattato un ballo con Justin (un altro sponsor di « Charity: water») pur di raccogliere ancora un pugnetto di dollari per la raccolta fondi di compleanno, che si era fermata poco sotto la soglia prefissata: 280 dollari. Nei tre giorni in cui Rachel è rimasta incosciente in un letto di ospedale - racconta Nicholas Kristof sul New York Times - gli amici le hanno sussurrato all'orecchio che poteva essere soddisfatta: le donazioni in suo nome avevano superato di gran lunga i 50 mila dollari regalati dalla star Bieber. E il 25 luglio, dopo i funerali, mamma Samantha ha scritto un post per ringraziare tutti dell'affetto e della generosità: «I know Rachel is smiling!».

Magari sta sorridendo di come ragionano gli adulti e dei meccanismi della celebrità online post mortem e del bambino Simon che ha mandato 5 dollari «anche se volevo dare di più ma ho solo 8 anni e questa è la mia paghetta settimanale». O del nostro cinismo. Qualcuno dirà che è stato l'autotreno. Se Rachel non fosse morta un sabato di fine luglio sull'autostrada, schiacciata da un camion che ha travolto la macchina su cui viaggiava con la famiglia ferendo mortalmente soltanto lei, forse nessuno si sarebbe accorto della strana festa di compleanno di una bambina della periferia di Seattle. La sua raccolta fondi per scavare pozzi in Congo o in Bangladesh sarebbe rimasta a quota 280 e non avrebbe sorpassato il milione di dollari. Probabilmente Kristof non avrebbe scritto quel pezzo così ispirato in cui fa di Rachel un simbolo positivo delle generazioni più giovani, quelle che noi «crediamo imbesuite da Facebook» e che invece ci danno una lezione di altruismo, «in questi tempi grami di paralisi politica in cui tutti sono assorbiti solo dai propri interessi». Scott Harrison, il 35enne ex manager di night-club che nel 2006 ha avuto l'illuminazione di «Charity: water», ha scritto che Rachel ha insegnato qualcosa agli adulti, che si sono un po' vergognati «di fronte alla generosità dimostrata da una ragazzina». Se non ci fosse stato quell'autotreno, Rachel non avrebbe perso tempo a dispiacersi per il mancato raggiungimento di quota 300 dollari. E avrebbe cominciato un altro progetto, pronta a tagliarsi i capelli ancora e ancora. 


FONTE: Repubblica.it
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09 agosto, 2011

La rete "tossica" del ministro Fazio

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C'è da restare attoniti ad ascoltare il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio che nei giorni scorsi, rispondendo alla interrogazione di un senatore del PDL, ha detto che il governo sta pensando ad un intervento straordinario, compreso nel piano sanitario 2011-2013, per arginare la sovraesposizione da Internet. Una forma che, in casi di abuso - afferma Fazio - porta a "sentimenti compulsivi isolamento sociale, dipendenza patologica, perdita di contatti reali e sentimenti di onnipotenza".

E mentre resto basito di fronte alle parole del Ministro della Salute mi vengono in mente, contemporaneamente, due cose: la prima è la frase che mi disse una sera a cena il consulente Internet di un passato Ministro delle Comunicazioni il quale, di fronte ai miei rimbrotti sulla scarsa incisività del Ministro sulle cose della Rete, mi raccontò di come gran parte del suo tempo al Ministero andava speso nel disinnescare le idee assurde e pericolose sulla Rete che i parlamentari italiani quotidianamente partorivano; la seconda è che questa associazione fra abuso di Internet e la parola "onnipotenza" non è la prima volta che la sento. È infatti contenuta (pg.29) nel libro "Quando Internet diventa una droga" di Federico Tonioni, psichiatra responsabile dell'Ambulatorio del Policlinico Gemelli sulle dipendenze da Internet.

Il libro di Tonioni, del resto, lo cito con grande difficoltà e qualche imbarazzo. Si tratta di un testo divulgativo confuso e pieno di inesattezze (tra le tante Tonioni attribuisce a Nicholas Negroponte l'idea di un Premio Nobel per Internet), pubblicato quest'anno da Einaudi, il cui scopo dichiarato sarebbe quello di fornire indicazioni utili ai genitori alle prese con l'abuso di Internet da parte dei propri figli; un saggio dagli accenni fortemente moralistici, che Tonioni ha scritto dopo le prime esperienze del suo ambulatorio romano sulla Internet Addiction e la cui sintesi grossolana potrebbe essere che Internet ha due facce ugualmente ampie, una utilitaristica e modicamente positiva, l'altra oscura e pericolosa dalla quale occorre guardarsi con attenzione. La stessa definizione di Internet contenuta nel testo è per me sufficiente per descrivere la mia personale distanza dall'autore (pg.54):
"Internet non è stato pensato per essere uno strumento pericoloso e il suo uso risponde a molteplici funzioni positive, permettendo di soddisfare la dimensione ludica dell'esistenza (il bisogno di giocare e divertirsi), la dimensione partecipativa (il bisogno di appartenere a gruppi e di partecipare a iniziative politiche culturali e sociali) la dimensione utilitaristica (il bisogno di vere informazioni, di consultare esperti e di fare acquisti) e non ultima, la dimensione intima (il bisogno di scambiare "carezze" con le persone importanti e significative della propria vita"
Come si vede molte delle grandi rivoluzioni che Internet ha portato nella società secondo Tonioni vanno archiviate in una cosiddetta "dimensione utilitaristica", definizione che per conto mio esprime con grande chiarezza la considerazione dell'autore nei confronti della Rete. Scrive poi Tonioni in una frase molto evocativa che oggi, risfogliando il testo, mi accorgo di aver sconsolatamente sottolineato (pg.62):
"I giovani Internet-dipendenti sono caratterizzati da pallore del volto, occhi cerchiati e sguardo poco espressivo"
e davvero simili frasi rimandano più ad una manualistica tardo medioevale che ad un testo di divulgazione medica contemporanea.

Ma poi, in fondo, di che cosa stiamo parlando? Quali sono i termini dimensionali di questa nuova dipendenza che il Ministro Fazio descrive come una droga senza sostanze? Nessuno lo sa, Tonioni nel suo testo non lo spiega, mentre gli articoli di stampa che accompagnarono a suo tempo l'apertura del primo presidio italiano contro la dipendenza da Internet, nel 2009, accennavano a numeri francamente fantasiosi e vaghi: secondo quelle cronache circa il 10 per cento degli utilizzatori di Facebook erano a rischio di intossicazione da Internet (se fosse vero oggi in Italia ci sarebbero circa 2 milioni di malati di Facebook bisognosi di cure), mentre l'inquadramento nosologico della patologia da dipendenza da Internet più che dall'esperienza sul campo è stata compilato, nel testo di Tonioni, semplicemente traducendo dall'inglese il tentativo di inquadramento della IAD di Kimberly Young, dottoranda in psicologia che per prima ipotizzò la patologia nel lontano 1998 (e che in USA scatenò a suo tempo grandi polemiche negli ambienti accademici). E non c'è dubbio che la Internet di Tonioni e quella della Young, a tredici anni di distanza, sono due entità di studio totalmente differenti.

Poco importa a questo punto iscriversi al club di quanti credono - come Tonioni - che la dipendenza da Internet sia un nuova malattia, piuttosto che avvalorare la tesi da molti sostenuta secondo la quale tali eccessi, quando presenti, vadano indirizzati nell'alveo delle patologie psichiatriche già note; molto più importante è rendersi conto che tali previsioni di ampio, possibile contagio e una simile saggistica millenaristica, sono in grado di far danni fino ai più alti livelli e di trovare riscontri perfino nelle parole del Ministro della Salute di un Paese che non ha un soldo per garantire le cure primarie ai suoi cittadini, ma che poi si permette il lusso di usare a fini di marketing politico la demonizzazione della Rete nelle sue varie forme, che è in Italia sport variamente praticato a tutti i livelli da oltre un decennio. Tranne poi legalizzare il gioco d'azzardo online senza provare per questo il minimo sentimento di straniamento.

AUTORE: Massimo Mantellini
FONTE: Punto-informatico.it
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