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AFORISMA DEL GIORNO

29 gennaio, 2011

Influenza, in arrivo il picco e qualche consiglio per proteggersi...

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Salgono a 26 le vittime dell'influenza A che sta raggiungendo in questi giorni, come atteso, il picco dell'epidemia stagionale. Ieri una donna di 52 anni, affetta da gravi patologie pregresse (sclerosi multipla e deficit immunitario) e positiva al tampone dell'influenza H1N1 è deceduta all'ospedale di San Bonifacio (Verona). La paziente, che risiedeva a Verona città, non era vaccinata. Nel Piacentino è deceduto un bambino di sei anni all'ospedale di Fiorenzuola d'Arda, dove era ricoverato. Il bimbo, affetto da una grave cardiopatia congenita. Nella terza settimana dell'anno che va dal 17 al 23 gennaio, continuano ad aumentare i casi di influenza, in particolare tra i bambini fino a 4 anni.

La rete di sorveglianza 'Influnet', coordinata dal ministero della Salute in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità - ha registrato da 879 medici sentinella poco più di 450 mila casi, per un'incidenza di 7,52 casi ogni 1000 abitanti (nella seconda settimana dell'anno era stata rilevata un'incidenza di 6,18). Ed è impennata di casi tra i bimbi (0-4 anni) con un incidenza di 19,14, ma anche nella fascia 5-14 anni (incidenza 15,21). Stabile, invece, l'incidenza dell'influenza nella fascia di età da 15 a 64 anni, che è pari a 6,21 casi ogni 1000 abitanti (6,29 la settimana precedente), mentre nella fascia '65 e oltre' è in calo (da 2,25 a 1,59 casi). A livello regionale, la minore incidenza si ha in Friuli-Venezia-Giulia (4,60 casi ogni 1000 abitanti), seguito dalla Sardegna (4,64 casi) e dalla Puglia (5,03). Sempre esaminando nel dettaglio i dati regionali e delle Province Autonome, emerge che la maggiore incidenza in assoluto (32,09) si ha tra i bambini tra i 0 e 4 anni della Provincia Autonoma di Trento. Molto colpiti dall'influenza anche i bimbi piemontesi (28,60).

Se non siete stati ancora colpiti dall'influenza, siete ancora in tempo per prevenirla. Piccoli accorgimenti che vi aiuteranno contro l'influenza stagionale: mangiate tanta frutta, in particolare vitamina C, e verdure ricche di vitamine e sostanze antiossidanti che contribuiscono a rafforzare le difese immunitarie. Inoltre evitate di andare in luoghi dove è possibile il contagio e seguite le norme igieniche per proteggervi dal virus. Se avvertite dei sintomi influenzali, non recatevi a lavoro e contattate subito il vostro medico prima di assumere delle medicine, antipiretici ed antibiotici che senza le dovute indicazioni possono causare intolleranza.
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Passi avanti nell'uso delle cellule staminali come arma contro i tumori

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I ricercatori dell'Istituto Rogosin di New York hanno presentato i risultati di un proprio lavoro che alimenta speranza e che contiene novità importanti avendo utilizzato cellule staminali del cancro per lottare contra questa stessa malattia. La terapia, che entrerà in una settimana nella fase due delle tre che lo studio deve superare perché i farmaci possano essere introdotti nel mercato, consiste nel riempire alcune capsule fatte di agarosio (un polisaccaride) con cellule tumorali di topo. Queste aree del diametro inferiore a mezzo centimetro, vengono impiantante nella persona affetta dal cancro.
"Quando riempiamo le capsule con cellule tumorali ci siamo resi conto che prima di tutto crescevano fino ad occupare la parte interna al completo e poi morivano in modo che diventavano piccole colonie di 100 o 150", dice Carlos Cordòn Cardò, direttore associato all'Herbert Irvin Comprehensive Cancer Center dell'Universita' della Columbia a New York, che ha partecipato alle ricerche.
In seguito, le sopravvissute (cellule staminali) ripopolavano le aree.
Quello che e' stato notato e' che le cellule segregavano fattori che impedivano la crescita ad altre cellule tumorali. Lo studio e' stato pubblicato su 'Cancer research': un esperimento in laboratorio con animali che dimostra come impiantando queste aree in topi, gatti e cani sofferenti di cancro, si poteva frenare lo sviluppo del cancro stesso e, in alcuni casi, portare questi animali a guarigione.
I buoni risultati hanno consentito di ottenere l'autorizzazione della Food and Drugs Administration (FDA) per l'avvio della 'fase I' a cui hanno partecipato 30 pazienti con tumori epiteliali (ovaie, pancreas, etc) ad uno stato molto avanzato. I risultati dello studio saranno resi pubblici a fine anno. Al momento i dati sono positivi e i ricercatori si stanno preparando alla 'fase II', che includerà pazienti col cancro alla prostata e altri tumori solidi.

Fonte: Molecularlab.it
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Un femore elettronico che crescerà insieme all'arto...

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Crescerà adeguandosi all'età e alla lunghezza corporea del bambino. E' una innovativa protesi meccanico-elettronica che è stata impiantata la scorsa settimana ad un bambino di 11 anni a Roma, presso il Policlinico Agostino Gemelli. Il piccolo paziente, deve già combattere un pericoloso tumore delle ossa, un osteosarcoma, tra i più diffusi sotto i 18 anni. In questi casi, l’arto colpito dalla neoplasia va tolto e sostituito da una protesi. Nei bambini questo può essere un ulteriore problema, perché crescendo in altezza non possono adeguare la lunghezza dell’arto protesizzato a quello sano.

In genere si impianta una protesi meramente meccanica, che obbliga ad una incisione della cute per una regolazione manuale, della lunghezza dell’arto. Si tratta di un’azione invasiva, che comporta dolore e rischio di infezioni, ma soprattutto non è ottimale per la qualità della vita del bambino che necessariamente dovrà subire dei periodi di non simmetria. La nuova protesi si chiama Mutars Xpand, è in titanio ed è stata sviluppata dagli studiosi della Scuola di Oncologia Ortopedica di Muenster (Germania). Si tratta del primo impianto in assoluto di questo tipo realizzato nella Regione Lazio, il 7° in Italia (3 a Milano, 1 a Napoli, 1 a Brescia e 1 a Torino).

Spiega nel dettaglio il Dott. Giulio Maccauro, responsabile dell’Unità operativa di Oncologia Ortopedica presso l’UOC di Ortopedia del Gemelli, che ha guidato il team di chirurghi vascolari ed ortopedici in sala operatoria: “La protesi impiantata in questo caso consente l’allungamento meccanico non invasivo dell’arto con protesi, attraverso una procedura eseguibile anche dallo stesso paziente o dai genitori istruiti dai medici”.Come? tramite degli impulsi ad alta frequenza che vengono inviati (dall’esterno, dal paziente) ad un ricevitore sottocutaneo che attiva il dispositivo elettronico miniaturiaturizzato presente nella protesi, che, va detto, è realizzata su misura per il paziente. I medici del Gemelli riferiscono un decorso post operatorio del bambino, molto soddisfacente: ha già iniziato la fisioterapia e nel giro di 10 giorni potrebbe tornare a casa. I tumori purtroppo colpiscono anche i bambini: la sua battaglia contro il cancro non è finita: avrà alcuni cicli di chemioterapia da affrontare. Gli auguriamo una vita felice e lunga, così come alla piccola Lilly che sta combattendo un neuroblastoma a soli 12 mesi.

Fonte: Università Cattolica
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21 gennaio, 2011

Università: la Cgil riassume, calcolatrice alla mano, l'effetto dei tagli...

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La Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil ha ricostruito analiticamente tutti i tagli subiti dall'università dal 2008 al 2010 e ha fatto una proiezione per il triennio 2011-2013: ne emerge un quadro preoccupante in cui i dati parlano da soli. Nel documento del sindacato il 2011 è indicato come punto-di-non-ritorno verso un baratro finanziario che metterà in ginocchio il sistema: "Terminato l'effetto degli stanziamenti triennali del 2008 (598 milioni di euro) e del 2010 (998 milioni di euro), il sistema universitario dal 2011 deve fare i conti con gli ulteriori tagli lineari del 10% (circa 700 milioni di euro) previsti dalla legge di stabilità. Al di là dei proclami della Gelmini, è il prossimo triennio quello su cui la scure scenderà ancora più pesantemente sulle università".

Il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), la principale fonte di entrata per le università statali, rappresenta la somma delle risorse stanziate dallo Stato ogni anno per il funzionamento del sistema accademico. Partendo dai 7,41 miliardi di euro del 2008 si arriverà ai 6,45 miliardi del 2013: un taglio netto del 12,95%, pari a circa 960 milioni di euro. Da notare, inoltre, che nel triennio appena trascorso (2008-2010) l'FFO effettivamente
assegnato è stato sempre inferiore a quello preventivato sulla carta (rispettivamente con riduzioni dell'1,75%, del 2,89% e del 2,97%), dunque la stima fatta dalla Flc Cgil è da considerare al ribasso.

Nel corso del triennio 2008-2010 sono confluite nell'FFO anche alcune risorse aggiuntive con vincoli di destinazione: 24 milioni di euro per gli assegni di ricerca, 1,65 miliardi di euro per il personale e la spesa corrente, 120 milioni di euro per i dottorati di ricerca; solo per il 2010, infine, un incremento una tantum di 400 milioni di euro per l'FFO. Ma di queste risorse aggiuntive, a partire da quest'anno, non c'è più traccia: in mancanza di manovre correttive ad hoc il taglio del Fondo rispetto al 2008 sarà dell'11,31% nel 2011, del 12,40% nel 2012 e del 12,95% nel 2013.

La Flc Cgil sottolinea il cronico sottofinanziamento del sistema accademico, alle prese con spese crescenti e capitali sempre meno sostanziosi: "Nonostante il modesto apporto di risorse previsto, in extremis, dalla legge di stabilità i totali dell'FFO per il 2011, 2012 e 2013 mostrano valori significativamente inferiori a quello del 2010. Peraltro, oltre ai tagli subiti, gli atenei con queste risorse dovranno onorare le finalizzazioni previste dalla legge di finanziamento (costo delle chiamate dei professori di seconda fascia), nonché i costi derivanti dall'attuazione della riforma universitaria appena varata (11 milioni di euro per l'adeguamento del trattamento economico dei ricercatori e 3,5 milioni di euro per gli assegni di ricerca)".

Le altre principali voci di spesa extra FFO vanno a finanziare principalmente i servizi destinati agli studenti ma anche i piani strategici di sviluppo delle università. Su questo versante i tagli operati a partire dal 2008 porteranno, di fatto, a un dimezzamento delle risorse nel 2013 per quanto riguarda i Centri Universitari Sportivi (da 11,19 a 5,36 milioni di euro, pari a -52,03%), l'allocazione prevista per il Piano triennale passerà da 92,27 a 44,77 milioni di euro (con un taglio netto di 47,5 milioni, pari a -51,80%), il Diritto allo studio sarà tagliato del 49,09% (passando da 151,98 a 77,37 milioni di euro). Fortemente ridimensionata, specie a partire da quest'anno, anche la quota di risorse destinata alle residenze studentesche: se nel 2008 l'importo destinato agli alloggi per gli studenti era di 31,33 milioni, nel triennio 2011-2013 la cifra che si potrà mettere a bilancio sarà di appena 18,66 milioni di euro all'anno (vale a dire -40,44%).

FONTE: Repubblica.it
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09 gennaio, 2011

Anemia di Fanconi, nuove speranze per i malati

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Nuove speranze per i malati di una grave forma di anemia, la "Anemia di Fanconi". Alla Divisione di Ematologia della University of Washington School of Medicine di Seattle, un gruppo di ricercatori ha perfezionato la terapia genica contro la Anemia di Fanconi. Questa malattia molto rara, al momento, in Italia affligge circa 170 persone e l'unica speranza di guarigione è il trapianto di midollo. La procedura cerca di ridurre i tempi di trasduzione, abbassando la tensione dell'ossigeno nell'ambiente di crescita cellulare con l'introduzione di alcuni agenti riducenti che contrastano l'azione dei radicali liberi. Grazie a queste particolari condizioni si è ottenuto un aumento di crescita cellulare e una maggiore sopravvivenza delle cellule. Nel 2002 a Napoli grazie al Servizio di Genetica della Asl 1 è stato possibile effettuare il primo trapianto utilizzando le cellule staminali del cordone ombelicale di un neonato sano, che ha donato le proprie cellule a una delle due sorelline malate di Anemia di Fanconi. Il dirigente del Servizio di Genetica della Asl 1 di Napoli Rita Calzone ha spiegato "Il risultato ottenuto è molto entusiasmante; da quando si usano terapie più adeguate alla sensibilità delle cellule dei pazienti, permettendo di effettuare trapianti da donatori consanguinei compatibili, da donatori non consanguinei oppure parzialmente compatibili, sono aumentante le possibilità di successo per i trapianti di midollo osseo nei pazienti con anemia di Fanconi".

L'anemia di Fanconi definita anche pancitopenia di Fanconi (da non confondere con la erronea dicitura della "Sindrome di Fanconi", poiché di quest'ultima il nome più corretto è Sindrome di De Toni-Fanconi-Debré ed è una patologia renale) è una rara malattia autosomica recessiva con diverse anormalità, presente inoltre con rare forme eterosomiche. L'aspetto più rilevante della affezione è legata alla funzione del midollo osseo che non riesce a produrre i globuli bianchi, i globuli rossi o le piastrine. Venne descritta per la prima volta dal pediatra svizzero Guido Fanconi che nel 1927 individuò la patologia in 3 bambini di età fra i 5-7 anni appartenenti alla stessa famiglia. Sino alla fine del XX secolo furono individuati meno di 1000 casi nel mondo. La malattia ha una frequenza di 1–5 casi ogni 1.000.000 di nati, in Italia oltre il 50% dei casi si è rilevata in Campania, dei quali la metà (quindi il 25 per cento dei casi nazionali) in provincia di Benevento, del restante, distribuito nel resto del paese, si ha una lieve concentrazione nel delta del Po. La malattia si manifesta prevalentemente dalla nascita (accompagnata spesso da una estesissima varietà di stimmate), raramente si sono manifestati sintomi in età adulta. Le anomalie di aspetto riguardano maggiormente lo scheletro, tipica la aplasia (assenza) del radio; la pelle con iperpigmentazione (macchie di vino, o color caffelatte), gli occhi con microftalmia, e nistagmo, che portano solitamente ad una diminuzione anche notevole delle capacità visive, in minore percentuale di incidenza si possono presentare: difetti cardiaci, renali e urogenitali, ed inoltre bassa statura, sordità e ipogonadismo. I pazienti hanno una maggiore possibilità di mostrare leucemia mieloide acuta, fra tutte le forme quella legata al gene FANCG ha la più alta percentuale e alcune forme tumorali di tipo solido, in incidenza inconsuetamente alta per l'età pediatrica. La causa di malattia è genetica. Sono state studiate le mutazioni di 13 geni che possono esserne la causa. Di queste tredici mutazioni almeno una sarebbe legata al cromosoma X. In tal caso, per ricorrenza eterosomica, come ovvio, sono molto più soggetti i maschi, non avendo l'omologo X a complementazione; la ereditarietà segue la via consueta con trasmissione matrilineare di madri portatrici e figli maschi sempre affetti se eredi del gene, mentre le figlie possono essere portatrici. Per il resto delle altre mutazioni, essendo la patologia un disordine recessivo autosomico bisogna che entrambi i genitori siano dei portatori affinché un loro figlio o figlia erediti la anomalia manifesta, mentre la prole rimane portatrice se eredita la caratteristica da uno dei due genitori. È quindi ovvia nella incidenza il rischio legato alla consanguineità. La malattia è sostanzialmente dovuta ad una instabilità cromosomica; i cromosomi vanno incontro a vistose fasi cicliche distruttive che provocano, già dalla età prenatale, gravissime anomalie strutturali e funzionali. L'effetto più grave è la presenza di imponenti crisi nella funzione della produzione sanguigna. Per tali aspetti si ritiene che gran parte degli eventi patologici in fase prenatale abbia esito spontaneo in aborto.

I risultati dello ricerca sono pubblicati su Gene Therapy.

Fonte: Molecularlab.it 







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Allarme uova alla diossina in Germania. In Italia importate, ma riconoscibili, anche grazie allo smartphone...

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Sono quasi cinquemila gli allevamenti chiusi per motivi di sicurezza in Germania a causa di un allarme contaminazione da diossina. Milioni di uova e tonnellate di carne di pollo sono destinate al macero, e ulteriori controlli si stanno eseguendo per capire se anche il latte e la carne bovina possano essere alimenti contaminati. Lo scandalo della contaminazione con diossina dei grassi animali per i mangimi in Germania è diventato un pericoloso caso che minaccia tutti i consumatori europei, sopratutto per i bassi costi con cui molti cibi tedeschi sono importati e rivenduti nei paesi limitrofi (per esempio, spesso si ritrovano negli scaffali degli "Hard Discount" nostrani). I tedeschi sono in preda al panico, le autorità italiane e di altri paesi europei hanno varato d'urgenza controlli e altre misure di sicurezza sull'import dalla Germania. E il governo Merkel spara a zero sulle colpe della "Harles und Jentzsch", la grande azienda che ha fornito a milioni di contadini e allevatori i prodotti contaminati: "È un caso di alta energia criminale", ha detto il ministro dell'Agricoltura promettendo tolleranza zero. Come al solito, tutto nasce dal mangime per animali, che la Harles und Jentzsch avrebbe venduto in quantità industriali e a basso costo e contenendo grassi animali contaminati da diossina. Lo scandalo all'inizio è esploso quando tracce pericolose di diossina sono state rilevate nelle uova sul mercato, poi in carne di pollo, 77-78 volte superiori al massimo limite tollerabile per consumare i prodotti senza pericolo per la salute. Secondo la "Hannoversche allgemeine Zeitung" i primi casi d'intossicazione di uova e carni di pollo sono stati scoperti da un laboratorio di analisi nel marzo dell'anno scorso. Ma solo il 27 dicembre il ministero dell'Agricoltura della Bassa Sassonia si è mosso e solo adesso le autorità federali hanno sequestrato circa 3mila tonnellate di mangime tossico. Quei mangimi sono stati usati anche da allevatori che producono carne suina (la preferita dai tedeschi) e carne bovina, per il mercato nazionale ed europeo.

Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha rassicurato che l'Italia non corre rischi: il nostro Paese ha importato dalla Germania "una quantità di uova limitate ma grazie all'etichettatura è possibile rintracciarle guardando il marchio di produzione e provenienza". E le uova italiane, che sono marchiate e tracciabili, "sono garanzia di sicurezza anche in Germania". Il ministro sottolinea che i prodotti italiani - latte, carne e uova - sono e restano sicuri: "Oggi stiamo scrivendo una nota a tutte le aziende che importano dalla Germania perchè facciano, oltre ai controlli di routine anche quelli sulla diossina". Il ministro Fazio ha ricordato anche l'impegno dell'Italia per un'etichetta trasparente sui prodotti alimentari: "Il nostro Paese ha votato contro la risoluzione proposta proprio dal Belgio e appoggiata dalla Germania per un'etichettatura non sufficientemente trasparente. Noi vogliamo che ci sia chiarezza in particolare sulla provenienza e sull'origine di tutti gli alimenti". Il ministero ha previsto un doppio filtro per controllare l'eventuale presenza di diossina nei prodotti alimentari con un controllo all'origine da parte delle stesse aziende importatrici e un sistema di verifica al dettaglio nelle regioni con l'aiuto dei Nas. Per il 13 gennaio, all'indomani delle riunioni di Bruxelles, è convocato a Roma un incontro con i tecnici, i Nas e le Regioni per "mettere a punto modalità di controllo a campione per realizzare un secondo filtro".E intanto spunta l'immancabile "apps" per smartphone in grado di individuare le uova alla diossina. Si tratta di "Barcoo", un programma originariamente creato per dar modo ai consumatori di conoscere in tempo reale le caratteristiche dei prodotti collegandoli - attraverso i telefoni cellulari - alle banche dati delle associazioni indipendenti per la tutela della qualità nel settore alimentare. Il meccanismo è semplice: basta fare lo scanning del codice a barre del prodotto con la fotocamera del cellulare e il consumatore riceve informazioni su qualità, prezzo, potenziale di allergie e via di seguito. Con l'allarme diossina, è stata aggiunta anche la possibilità di sapere anche se i prodotti - in questo caso le uova - sono contaminati. Il software, infatti, si collega a una banca dati elettronica di Amburgo, dove vengono registrati tutti i numeri dei lotti a rischio e se il codice delle uova in questione è sospetto, sul telefonino appare la scritta: "Attenzione, queste uova con tutta probabilità contengono diossina!".


FONTE: Repubblica.it
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Infermieri neolaureati? In Sicilia si assume...

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La recente finanziaria che ha tagliato la disponibilità di fondi per assunzioni negli  anni futuri per le regioni del Sud sta determinando un'accelerazione del bando di concorsi di assunzione in campo medico-sanitario, per l'ovvio motivo di sopperire anticipatamente a una futura carenza. Per esempio, tramite il nostro profilo facebook (a cui vi invitiamo come sempre ad iscrivervi aggiungendoci come amici o come fan) ci giunge nota che a Catania vi è un nuovo concorso per collaboratori sanitari. Riportiamo di seguito il testo del comunicato, anticipando subito che i termini per la scadenza del concorso è del 7 febbraio 2011. Il testo integrale è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana - Serie speciale concorsi - n. 18 del 31/12/2010 e sul sito internet: www.ospedale-cannizzaro.it.

Pubblicati concorsi sanità sulla G.U. Repub. Italiana serie concorsi n.2 - AZIENDA OSPEDALIERA PER L'EMERGENZA «CANNIZZARO» DI CATANIA


Concorso pubblico, per titoli, per 315 posti di collaboratore professionale sanitario - infermiere. (GU n. 2 del 7-1-2011 ) E' indetto concorso pubblico, per titoli, per n. 315 posti dicollaboratore professionale sanitario - infermiere per il bacino Sicilia orientale (aziende sanitarie ricadenti nelle provincie diCatania, Enna, Messina, Siracusa e Ragusa), cosi' suddivisi: Messina: ASP n. 18 Azienda Ospedaliera Papardo n. 18 Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico 145 Catania: ASP n. 53 Azienda Ospedaliera Cannizzaro n. 37 Azienda Ospedaliera Garibaldi 15 Azienda OspedalieroUniversitaria Policlinico V. Emanuele 0

Enna: ASP n. 24 Siracusa: ASP n. 5 Ragusa: ASP--- La presentazione delle domande avverrà esclusivamente in via telematica, compilando l'apposito modulo, utilizzando una specifica applicazione informatica disponibile all'indirizzo http://www.aocannizzaro.it

La procedura di compilazione ed invio online della domanda deve essere effettuata entro il termine perentorio
delle ore 24 (ora italiana) del trentesimo giorno successivo a quello di pubblicazione del presente avviso
della Gazzetta Ufficiale della RepubblicaItaliana.
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